(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

La Lega semina caos anche sui direttori dei musei

Giuseppe De Filippi

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Facciamo finta di abboccare a una provocazione leghista, provocazione contro il resto della maggioranza, eh, mica contro questo luogo di chiacchiere a cena. Bene, il vicesegretario leghista Andrea Crippa è partito a freddo all’attacco del direttore del Museo Egizio di Torino, già bersaglio anni fa per la sua decisione di concedere qualche mese di ingresso gratuito alle coppie di lingua araba. Un’iniziativa promozionale e si direbbe anche commerciale che venne invece usata dalla Lega, eravamo nel 2018 e c’era anche allora qualche campagna elettorale in arrivo, come simbolo di un cedimento alle culture non italiane e come una discriminazione dell’italianità. Critiche senza senso, che però vennero raccolte anche da Giorgia Meloni, allora leader di FdI e ben piazzata all’opposizione. Della missione torinese di Meloni resta un video, in cui un pacato Christian Greco (che dal 2014 dirigeva il museo e aveva lanciato la promozione a favore delle coppie arabofone) spiega e toglie il fumo persecutorio scaricatogli contro dalla propaganda leghista e Meloni, tutto sommato, ascolta, anche se fa qualche obiezione d’ufficio, visto che era andata lì anche lei per contestare. Sta di fatto che Meloni, dopo quel confronto con Greco, aveva lasciato cadere la questione.

Se ora la Lega la ritira fuori e con toni di violenza mai vista, con il vicesegretario che chiede in modo ultimativo che Greco venga “cacciato” altrimenti ne riterrà responsabile il (malcapitato) ministro Gennaro Sangiuliano, lo fa, come dicevamo, per farci abboccare. E noi abbocchiamo volentieri perché questa storia ci serve a capire come si stia muovendo il partito junior della maggioranza e quante difficoltà semini sul cammino del governo.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

A proposito. Se il museo è un falso bersaglio, usato solo per creare una confusa gazzarra, il vero tema da cavalcare ogni giorno per la famosa campagna elettorale o per minare la maggioranza e il governo è l’immigrazione. Arrivano come un aiuto, da saper cogliere, le dichiarazioni di Sergio Mattarella durante l’incontro con il suo omologo tedesco Frank Walter Steinmeier. Mattarella ricorda che serve avviare una trattativa (e non strillare con l’Ue) per cambiare i trattati di Dublino e per dare regole più favorevoli ai paesi cosiddetti di primo approdo. E il ministro Matteo Piantedosi era in aula al Senato a riferire sull’applicazione del decreto Cutro. Ha parlato di deficit colmato nella legislazione sull’immigrazione. Il 70% dei rimpatriati, ha detto, è passato per un Cpr e ha ripetuto che l’obiettivo è avere un centro in ogni regione. E ha riferito dell’arresto di 100 trafficanti.

Fatto #2

Mediobanca richiama gli imprenditori, specialmente i grandi, cioè i suoi clienti e la sua rete di affari e di relazioni. Fa il loro elogio, sì, con i dati che mostrano come l’industria italiano, specialmente il settore manifatturiero, abbiano saputo reggere all’inflazione, tenendo le quote di mercato e riuscendo a recuperare sul fronte dei prezzi (segno di forza dei loro prodotti). Ma poi arriva la critica ed è di quelle che non ti aspetti da una banca d’affari, cioè da una di quelle organizzazioni solitamente descritte come assetate di profitti e favorevoli a ogni taglio dei costi a partire da quello del lavoro. Perché Mediobanca addita la poca disponibilità delle imprese italiane a buoni rinnovi contrattuali e alla giusta remunerazione del lavoro, ricordando che l’inflazione ha colpito le buste paga e ha ridotto del 22% il potere d’acquisto delle famiglie di lavoratori. Messaggio forte e chiaro e, si spera, da recepire presto. 

Fatto #3

 Il dramma degli armeni in Nagorno-Karabakh (sì, c’entrano i russi e i loro metodi).

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