La strategia del governo per Caivano andrà giudicata nel tempo

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Non si può esaltare né trattare come mossa di pura immagine la grande operazione di polizia avviata a Caivano. Giorgia Meloni plaude e se la intesta, e ci mancherebbe altro. Per il giudizio diamoci appuntamento almeno tra qualche mese. La polizia serve poco, certo, se dopo una giornata di controlli approfonditi poi si torna alla scarsa vigilanza abituale. Chi vive o soffre attorno all'economia dello spaccio sa riorganizzare rapidamente la propria logistica. La stessa Caivano è diventata un luogo di criminalità in seguito a precedenti, diciamo così, delocalizzazioni. Però la strategia della partenza dal basso e cioè dal presidio delle piazze di spaccio e degli spazi di vita comune, dal recupero degli obblighi sociali, a partire da quello scolastico, e dalla difesa della convivenza civile potrebbe anche funzionare. Non è mai stata tentata perché costosa e molto impegnativa e si è sempre puntato sugli obiettivi maggiori, sui capi delle organizzazioni criminali, finendo però col perdere territorio

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Perché è cambiato il ministro della difesa ucraino e cosa potrebbe comportare la riorganizzazione del paese imposta dalla guerra

Fatto #2

David Carretta ci porta a leggere come la commissione europea denuncia le infiltrazioni russe nel dibattito politico in Ue

Fatto #3

La repressione in Iran e la protesta che non si ferma

Oggi in pillole:

• L'India potrebbe cambiare nome e a farsi chiamare Bharat. Ma non sono tutti d'accordo

• E qui si può scherzare in casa X

• I sondaggi della rivincita per la Casa Bianca

• A che progetti vanno i soldi europei per la ricerca. L'Italia c'è con un buon numero di ricercatori, ma è meno presente con i grandi centri scientifici

• Giusto ridurre a uno solo i voti negativi a scuola. Può succedere che uno studente non conosca un argomento o il contenuto di una lezione. Valga allora un generico voto negativo, ma l'ignoranza non è graduabile