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di cosa parlare stasera a cena

I dati preoccupanti sulle perdite ucraine e le parole di Zelensky che rimandano a un processo di pace

Giuseppe De Filippi

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La necessità di sbloccare la situazione della guerra e la pressione sulle opinioni pubbliche, sia in Usa sia in Ue oltre che, ovviamente, nei paesi belligeranti. Bill Kristol e altri cominciano a criticare esplicitamente l’amministrazione Usa per la lentezza con cui si dà il sostegno militare all’Ucraina (soprattutto per missili e aerei). Mentre i dati dal fronte diventano pesanti e preoccupanti. Ma continuano anche i progressi sul terreno e Volodymyr Zelensky usa sempre più spesso espressioni che rimandano a un processo di pace.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Il blocco simultaneo di tre valichi alpini e tutte le conseguenze che ne derivano. Antonio Tajani prova a sbloccare le cose sul lato francese, tra problemi immediati e questioni future (per l’opposizione francese allo sviluppo di nuovi trafori). Matteo Salvini da mesi tenta, assieme al collega tedesco, di ottenere dall’Austria un allentamento dei limiti imposti (contro le regole europee) al traffico pesante. L’unica soluzione può venire dalla commissione Ue, cui i due ministri si sono rivolti.

Fatto #2

La Cgil si fa avanti chiedendo al governo di aprire ora (quindi prima che tutti i provvedimenti siano già avviati) il confronto con le parti sociali su manovra, delega fiscale, Pnrr, contratti e regole per il lavoro. Per Giorgia Meloni è un richiamo dalla doppia lettura, è un vincolo, certo, ma è anche l’offerta di un dialogo su temi in cui il governo sta procedendo con difficoltà.

Fatto #3

Joe Biden sempre più interventista su prezzi e offerte di mercato. Ha deciso di calmierare il costo per la clientela di alcuni farmaci salvavita, operazione molto popolare in un paese privo di un vero servizio sanitario nazionale, ma anche considerata un’intrusione ingiustificata dai sostenitori della libertà di impresa (che in Usa sono tanti e seri).

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