(foto EPA)

Di cosa parlare stasera a cena

Il nuovo Patto di stabilità è un assist per la ratifica del Mes

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Per leggere la versione senza paywall, iscriviti alla newsletter "Di cosa parlare stasera a cena" a questo link: è gratis.


Dai che arriva anche l’adesione al Mes. I ministri dell’Eurogruppo hanno detto che alla prossima riunione chiederanno formalmente all’Italia cosa intenda fare per la ratifica del meccanismo di stabilità finanziaria. Come sappiamo bene sono il governo e il parlamento italiano gli unici a doversi ancora esprimere, tutti gli altri hanno serenamente ratificato. Ora, tra la spinta degli altri ministri e l’avvio del nuovo patto di stabilità, con le nuove regole sul debito e sulla finanza pubblica, arriva l’occasione buona per buttare giù il boccone sgradito mischiandolo col sapore più piacevole degli altri bocconi. E forse è meglio sbrigarsi, anche perché qualche segnale di allerta è suonato, tra gli effetti dei fallimenti bancari e i primi avvertimenti all’Italia per una rinnovata attenzione internazionale sulla sostenibilità del debito nazionale. L’Italia isolata, contro l’Ue e soprattutto disinteressata a uno strumento da usare in caso di difficoltà finanziaria non sarebbe nella condizione ideale per affrontare qualche turbolenza sui mercati

E nelle proposte della commissione europea c’è un patto di stabilità meno rigido, Paolo Gentiloni lo sintetizza così.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La premessa viene ancora una volta dal Quirinale (poi serviranno studi ben fatti per inquadrare l’importanza nella storia italiana della doppia presidenza di Sergio Mattarella) con il pieno appoggio all’adesione dell’Ucraina all’Ue. Un euromaidan, come si chiamò la sollevazione ucraina a favore dei valori europei, trasferita sul colle romano, con il presidente Mattarella a dare la linea in poche parole.

Fatto #2

Stessa linea per Giorgia Meloni, con il governo italiano impegnato per accelerare l’ingresso dell’Ucraina nella Ue. E con uno sfoggio di concretezza nella conferenza a Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina. C’erano tutte le maggiori aziende delle infrastrutture, della logistica, dei servizi, pronte a rimettere a posto tutto ciò che le bombe russe hanno distrutto.

Fatto #3

C’è un’altra cosa importante (a cena parlatene) oltre alla gentilezza di Volodymyr Zelensky nel parlare italiano durante il collegamento con la conferenza in corso a Roma. Perché il presidente ucraino oggi ha parlato al telefono, ed è la prima volta dall’invasione russa, con il presidente cinese Xi Jinping e sembra anche che sia rimasto soddisfatto. Tornerà un ambasciatore ucraino a Pechino. E c’è anche la pronta espressione di felicitazioni per il colloquio da parte americana. 

Oggi in pillole

  • Il ministro Raffaele Fitto tenuto a spiegare cosa sta succedendo con il Pnrr, tra progetti da spostare o cancellare e impegni complessivi da mantenere.
  • E, a proposito, c’è il nuovo accenno di nervosismo attorno ai titoli pubblici italiani e c’è il probabile rialzo ulteriore dei tassi di interesse. la Borsa si sveglia male ma poi recupera.

  • Qualche problema di salute per Recep Erdogan a ridosso di elezioni di grande importanza.

  • Caro ministro Gennaro Sangiuliano, soprattutto mai troppo zelo. Lasci in pace i suoi dirigenti a fare il ponte impiegatizio e, soprattutto, li lasci riposare a Ferragosto. La cultura è importantissima, figuriamoci, ma non necessita di interventi d’urgenza, non arriva con l’ambulanza o col carro dei pompieri a sirene spiegate. Meglio non mettere la dirigenza ministeriale a pancia in dentro e petto in fuori, a saltare tra qualche cerchio di fuoco, meglio lasciar loro coltivare qualche piccola indulgenza da borghesi panciafichisti. E, soprattutto, meglio che i dirigenti si rinfranchino anche con qualche distrazione quando tutti sono in vacanza e siano pronti, dopo, con energia e visione a dirigere il ministero nelle sue tante articolazioni, la gran parte delle quali (per fortuna) non sono legate all’offerta turistica o al consumo vacanziero.

Di più su questi argomenti: