Foto di Gonzalo Fuentes, Pool Photo via AP, via LaPresse 

Di cosa parlare stasera a cena

Non è antiamericanismo. Il viaggio di Macron in Cina, riletto

Giuseppe de Filippi

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Le conversazioni a cena si possono anche riprendere da un punto lasciato in sospeso, anche per cambiarne il tiro e il tono. Riprendiamo un po’ la questione delle dichiarazioni un po’ cinesi e cineseggianti di Emmanuel Macron. Intanto perché il Foglio ne dava una lettura meno basata su rigide scelte di schieramento e su una visione più a lungo termine. E, in aggiunta, ne dava una lettura nel vero senso della parola, cioè andava a verificare cosa avesse davvero e interamente detto Macron. L’esito ci porta altrove rispetto al Macron improvvisamente antiamericano e filocinese. Con, al primo posto di tutta la sua riflessione, un saggio richiamo per il rafforzamento militare e politico dell’Ue. E questo non comporta necessariamente antiamericanismo o desiderio di distacco dalle strategie Nato.

E poi ha contribuito lo stesso Macron alla chiarezza su sé stesso. Prima, per la verità, era intervenuta la comunicazione dell’Eliseo, chiarendo e smussando, e affidando alle agenzie di stampa una specie di virgolettato in cui Macron spiegava di non aver mai neanche immaginato una forma di equidistanza francese ed europea tra Stati Uniti e Cina e ribadiva che gli Stati Uniti sono nostri alleati mentre la Cina è contemporaneamente un partner, un concorrente e un rivale sistemico. Durante la visita nei Paesi Bassi, rafforzato dalla chiarezza delle precisazioni emesse dall’Eliseo, Macron ha parlato nuovamente, e più comprensibilmente, di Ue, di sicurezza, di coordinamento dell’azione militare e di comunanza nella visione strategica. Tra qualche interruzione e contestazione.

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

Il Def sarà prudente e le nomine pure, prudenti ma meloniane. Qui non c’è tempo per aspettare la fine del Consiglio dei ministri e l’esito del tavolo parallelo con la scelta di presidenti e amministratori delegati nelle grandi partecipate pubbliche. Le voci dell’ultimo minuto sono le più false di tutte, ma teniamoci pronti a dare i nostri giudizi a cena sulle scelte. Nel Cdm poi ci sono anche un altro po’ di cose, tra cui il carcere per chi imbratta opere d’arte (come al solito misure penali sproporzionate e insensate)

Fatto #2

L’Ucraina smentisce il furto dei suoi piani di battaglia e, anzi, approfitta delle notizie e delle voci sulla sottrazione di documenti riservati proprio per creare attesa sulle sue mosse, buttando anche lì, chissà se vera intenzione o provocazione per fare casino, l’intenzione di far partire un’offensiva contro le forze navali russe nel mar Nero. Intanto arrivano al fronte i militari ucraini preparati in Uk e bisogna riconoscere agli inglesi e agli altri sudditi di Carlo III un inconfondibile stile nella serietà e nell’orgoglio delle cose militari. Guardate qui. E, in visita in Canada, tentano con una specie di rebus sulla fiancata dell’aereo, da guardare bene ingrandendo un po’ la foto della discesa di Denis Shmyhal dalla scaletta

Fatto #3

Roberto Giachetti parla raramente di questioni politiche correnti, ma quando lo fa dice sempre qualcosa. Può essere considerato ingenuo o troppo accorato, ma sul destino della fusione tra Azione e Italia Viva ecco che coglie un punto, citandosi e assegnando, come gli compete di diritto, il “premio giachetti” (cioè il riconoscimento alla faccia come il culo). Comunque, malgrado qualche paroletta di troppo, è probabile che il premio resti non assegnato e che il nuovo partito unico finisca per nascere. Vedrete, non date retta a queste fibrillazioni. O meglio, ci sarebbe da preoccuparsi, per la qualità del progetto, se non ce ne fossero di fibrillazioni. Poi è chiaro che sarà solo la stoffa dei due leader a contare per riuscire davvero ad arrivare a un partito unico. 

Postilla sul nome (a cena può servirvi contro l’immancabile battutista): si chiama Terzo polo non per la posizione elettorale (che sarebbe una cosa sciocca e un po’ ridicola e anche poco rispettosa degli elettori, autorizzati a cambiare idea e a decidere in modo imprevedibile per l’intero podio) ma per la posizione politica. Sì, qualcuno già ride, ma sta di fatto che in tutte le democrazie occidentali c’è una destra e una sinistra e poi c’è una posizione terza, visto che centro non si può più dire. Azione e Iv, fusi o non fusi, ambiscono all’offerta politica terza rispetto a destra e sinistra e se anche i novax o i rettiliani o, che ne so, i neogrillini (cioè tutta roba che si pone fuori dallo schieramento politico riconosciuto nelle democrazie funzionanti e che disprezza o nega l’esistenza di destra e sinistra e terzisti), dovessero superarli e portarli al quarto posto nel tabellone elettorale sempre Terzo polo sarebbero (per quello che conta)

 

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