Un pupazzo con la caricatura di Putin per un carro del carnevale di Mainz, in Germania, del 2015 (foto di Thomas Lohnes/Getty Images) 

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Putin alla canna del gas

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Il gas scende di prezzo in modo non effimero, ma perché la domanda mondiale è calata. I consumi europei sono diminuiti (l’ultima indagine diceva intorno al 20%), anche e soprattutto grazie a miglioramenti nelle modalità di utilizzo e a maggiore efficienza degli impianti. I produttori mondiali (Russia esclusa) hanno incrementato le consegne e firmato nuovi contratti. Mentre non si ferma l’attività di ricerca di nuovi giacimenti, con l’Eni in grado di annunciarne anche in questi giorni, e gli investimenti restano sostenuti. Certo, prima di prima del 24 febbraio, cioè prima che la tensione latente per il possibile intervento russo cominciasse a produrre effetti sui mercati, il prezzo era più basso. Ed è anche vero che l’inverno per ora è straordinariamente mite e che la Cina, stretta dagli errori sul Covid, fa marciare il suo apparato industriale ancora a ritmi blandi. Ma in questo quadro generale c’è un perdente chiaro ed evidente e si chiama Vladimir Putin. Per la Russia la perdita di posizioni di mercato è insanabile e comincerà ora a fare male alla sua economia e sarà sempre peggio (anche perché si avvertiranno anche gli effetti del prezzo calmierato del petrolio). La stessa sostenibilità degli equilibri di potere interno a favore di Putin e della sua cricca viene messa a repentaglio dalle difficoltà finanziarie prevedibili a causa dei mancati introiti dal mercato energetico. E non si tornerà indietro velocemente, per ripristinare le normali forniture commerciali serviranno anni, né un cliente come la Cina (che diventerebbe una specie di acquirente unico del gas russo) è facile da gestire senza ridursi a esserne tributari.

  

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La manovra sta sfinendo anche i suoi destinatari. L’impianto generale resta comunque in buona parte quello iniziale, corrette alcune impuntature come la storia del Pos o come gli interventi insostenibili per le pensioni. A proposito di previdenza va dato atto al governo di Giorgia Meloni, con Matteo Salvini vicepremier e ministro, di un pieno rispetto del quadro complessivo disegnato dalla pur disprezzata legge Fornero. Le pensioni italiane, anche con questo governo, restano sì molto costose per lo stato ma, almeno, se ne rispetta la compatibilità con il resto dell’economia e la sostenibilità finanziaria, grazie alla vituperata legge e ai suoi effetti, pur se ridotti da qualche cambiamento. Il punto lo coglie la Cgil, ovviamente non per lodare ma per fare polemica.

 

Fatto #2

Il Foglio ha ben descritto la capriola logica con cui Giorgia Meloni ha attaccato il Mes per aprire la strada alla sua ratifica da parte del Parlamento. E ha giustamente scritto che spesso, come in questo caso, la premier usa la sua intelligenza a scapito della coerenza (che pure tanto ama indicare pubblicamente come sua dote principale). Ben venga l’intelligenza e se ne usi ancora un po’ per cancellare anche quel messaggio coerentissimo sul “no” perpetuo al Mes. Non per usarlo, non ce n’è bisogno, ma per tenere a bada spread e mercati. Basta sapere che il Mes esiste e che, pur non volendo usarlo ora, esiste una pur remota possibilità di farvi ricorso perché la tensione sui tassi italiani si calmi. Invece, firmando col sangue si rischia solo di doverne spremere un altro po’ dai contribuenti italiani a causa di un peggioramento delle condizioni di indebitamento dello stato. Anche perché, invece, i nemici giurati del Mes sono i già no-euro, come il politicamente sfasato Claudio Borghi

  

Fatto #3

L’inflazione negli Stati Uniti si sta calmando a un ritmo maggiore delle attese. È un fatto importante per i mercati e per gli effetti sulla politica monetaria, anche quella europea

 

Oggi in pillole

  • Meloni in Iraq
  • Per la segreteria Pd c’è anche Gianni Cuperlo (secondo tentativo)
  • Aggressione a Parigi, con vittime, e l’evidenza di una certa disattenzione da parte di chi dovrebbe vigilare sulla sicurezza. L’aggressore aveva già tentato un altro attacco ed era stato identificato
  • La noia micidiale del dibattito sul pentimento (ovvio) post Brexit
  • E l’ambasciatore a Roma che deve perdere tempo per firmare un accordo super banale con cui si riconoscono nientemeno che le patenti di guida britanniche in Italia e viceversa (cosa garantita pacificamente ai paesi membri dell’Ue)
  • Negli Stati Uniti c’è un tempaccio terribile, non andate in vacanza in mezzo alle tempeste di neve. Joe Biden ha chiesto agli americani massima prudenza
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