Foto: EPA/CLEMENS BILAN

Di cosa parlare stasera a cena

Le nuove strategie della Nato. Una giornalista russa ridicolizza la retorica di Putin

Giuseppe De Filippi

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Le scelte della Nato, con la presa d’atto del cambio di scenario. Nella nuova situazione creata dall’aggressione russa, e da ciò che l’ha preceduta, il senso di alleanza difensiva viene in parte trasformato, rendendo esplicito nella strategia dell’alleanza militare nata per la guerra fredda l’obiettivo di contenere attivamente il potenziale offensivo russo. Significa anche prendere a considerare come sfere d’interesse non solo i confini specifici dei paesi aderenti ma anche le altre zone del mondo o paesi veri e propri dai quali possano venire minacce o fattori di squilibrio e c’è anche qualcosa che riguarda la richiesta di addestramento per l’esercito italiano. Jens Stoltenberg parla di necessità di aumentare la presenza di truppe, di cui ci sono 40.000 effettivi a diretto comando Nato in prossimità dei confini orientali. E Stoltenberg parla della necessità di “resettare la nostra presenza sui termini della difesa, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina”. Mentre Volodymir Zelensky fa il politico e dice che intende accantonare qualsiasi progetto di adesione da parte ucraina. È un modo intelligente per togliere dal tavolo un argomento strumentalizzabile e che comunque avvelenava il dialogo.
 


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Le tre "cose" principali

Fatto #1: a cena parlerete tutti della coraggiosa irruzione televisiva fatta da Marina Ovsyannikova e del suo cartello contro la guerra esposto alle spalle della conduttrice di Tg preferita da Vladimir Putin. Non è l’unico atto di protesta e non è l’unico urlo contro le bugie di regime ma resterà come simbolo della Russia che non vuole farsi rinchiudere nel recinto nordcoreano di un dittatore nemico della modernità e segna un momento di passaggio. Perché copre di ridicolo tutta la retorica putiniana sull’operazione militare speciale e tutte le sue cautele e i suoi artifici nella comunicazione e le sue pratiche repressive.

 
Il ridicolo, grande nemico delle costruzioni storicheggianti e geopoliticheggianti (in cui gli eredi, rivendicativi, degli imperi presunti finiscono col cappello di Napoleone in testa a passeggiare avanti e indietro). Quello stesso ridicolo che aleggia nel dibattito italiano e nel quale stanno affondando da soli un Luciano Canfora o una Donatella Di Cesare e tutto il seguito geopolitico, anche tendenza scettico blu. Il ridicolo in Russia è anche la prova che il regime è a un tempo violento e inefficiente, capillare e permeabile. Perché, conoscendo un minimo gli studi televisivi, sembra proprio un regime scarso quello che si fa infilare così in uno schermo a pieno ascolto. Importante sapere che la giornalista è ora in tribunale e con un avvocato e si hanno sue notizie.

  

Fatto #2: le sanzioni cominciano a funzionare e ora aumenteranno, le critiche alla loro efficacia forse vanno riviste o almeno aggiornate.

  

Fatto #3: i costi dell’energia e gli effetti sulle imprese, ma è tutto ancora reversibile o quasi.

   

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