DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Le amministrative 2021 premiano il centrosinistra largo

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Vittorie forti e nette a Roma e a Torino, nei due ballottaggi più rilevanti, ma anche in altre città di rilievo, per il centrosinistra (anche Varese, per dirne una, dove la Lega si è spesa per tornare alla guida del comune, resta al centrosinistra). E, come si dice, c’è anche l’avvio di una stagione politica. Perché, e in modo speciale Roma, c’è una chiamata d’emergenza per la politica e per i partiti, per capirci, tradizionali. Non si tratta solo di rimettere in piedi un po’ di amministrazione locale dove, come a Roma, il controllo e l’indirizzo erano completamente sfuggiti. Bisogna far vedere (sì, servirebbe un’amministrazione con qualche tratto di ostentazione pedagogica) che è possibile guidare una grande città pur con le mille tensioni che la abitano e che il dopo-Covid è davvero un periodo nuovo. Servono capacità di spesa, progettualità, metodo, perché i comuni sono chiamati a gestire la maggior parte dei fondi del piano di ripresa. Roma, per restare all’esempio che vale per tutti, deve dotarsi di uffici in grado di gestire questa enorme massa di investimenti. Il rinnovamento consentito dalle nuove regole per reclutare tecnici ed esperti nelle amministrazioni va colto in pieno. Per i partiti, in questo caso specificamente per il centrosinistra, significa far vedere al paese e agli elettori che la politica e la buona amministrazione sono ancora possibili ed è possibile averle insieme, mantenendo le sfumature che ne distinguono i ruoli. E l’avvio di tutta l’operazione dirà già tanto, perché i numeri attesi dai ballottaggi indicano che, dichiarata o no, c’è stata convergenza da diverse provenienze e da diversi schieramenti. Perché è la prima volta che gli elettori, pur tra tanti fattori di disturbo e tante false piste, indicano, molto all’ingrosso, l’area che tiene insieme un mondo che va dal Carlo Calenda (non ce ne voglia) ben piantato nell’establishment con il Giuseppe Conte ancora non ben piantato neanche nel suo orto post populista. In mezzo, ovviamente, il ruolo stabilizzante del Pd. Guardando un po’ a caso si nota una tendenza al rientro verso le opzioni politiche note e sicure, dopo questa decina d’anni in cerca di emozioni nuove (evidentemente non troppo soddisfacenti).

 

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

A Trieste la polizia ha agito per contrastare i gruppi, arrivati da varie zone del paese, intenzionati a trasformare la protesta dei portuali in occasione di scontri e di blocchi, in simbolo di quella che chiamano resistenza agli obblighi di certificazione vaccinale per accedere ai luoghi di lavoro. La protesta originaria, tra l’altro, era anche pressoché terminata. E gli stessi portuali non avevano più nulla a che fare con gli obiettivi e soprattutto con i metodi della manifestazione e del presidio. A condurre le danze sono quelli che, in modo anodino, l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini definisce cittadini, mentre critica le azioni della polizia (uso di idranti e lacrimogeni) per disperderli. E poi, affiancato da Giorgia Meloni, si impelaga in un paragone senza senso, dicendo che sono stati lasciati indisturbati i violenti di Forza Nuova e fermati con interventi decisi, invece, i famosi cittadini nel porto di Trieste. La polizia, cui sempre Meloni e Salvini chiedono mano dura, ha usato metodi non durissimi ma neanche troppo gentili per tentare di disperdere la protesta. Probabilmente l’ostilità al green pass diventerà endemica, continuerà a durare ancora un po’, fino, poi, a calare e sparire. Ah, una curiosità sostanziosa e una richiesta formale di Marco Bentivogli da non trascurare.

 

Fatto #2

Draghi forever a Palazzo Chigi sembra una bella soluzione per tutto, ma è una scorciatoia che scorcia troppo, e che gli equilibri politici non consentiranno mai di percorrere (lo faceva capire bene oggi Giuliano Ferrara sul Foglio). Tuttavia ci sono esponenti di partito che continuano a puntarci.

 

Fatto #3

Il successo europeo nella produzione di vaccini, ma i numeri relativi alle vere e proprie donazioni ai paesi poveri sono inferiori alle attese.

 

 

Oggi in pillole