(foto Ansa)

Di cosa parlare stasera a cena

La vigilia del voto sul Mes e le polemiche (pretestuose) sul Mose

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

A cena parlate di Giuseppe Conte, nuovamente costretto a provare le sue capacità e a mostrare o ribadire le ragioni che ne fanno il presidente del Consiglio. Allora, certamente incassa il riallineamento dei suoi principali sostenitori, i 5 stelle, ma l’impressione è che i grillini usino il nome di Conte come uno strumentale (e improbabile) motivo di unità del movimento. Non vanno d’accordo né sanno cosa vogliono, due giorni fa, grazie a un pezzo di Repubblica, abbiamo scoperto che esiste tra i 5 stelle anche una componente trumpiana, quindi figuratevi che razza di istanze politiche possono provare a rappresentare. E quindi poi si incartano cercando di prendere posizioni politiche a partire da qualche stramba analisi della società italiana e quando non sanno più come andare avanti ecco che si ritrovano nella fiducia a Conte come leader. Questo succede tra i peones del grillismo, mentre i capi vorrebbero altro, ma anche lo stesso Luigi Di Maio, indicato da molti come un potenziale rivale politico del presidente del Consiglio, alla fine torna sempre a convergere, per comodità o per tattica, nel sostegno a Conte. E anche il Pd, ora che a puntare i piedi è Matteo Renzi (ma le prime sollecitazioni forti sono venute da del come Graziano Delrio), un po’ fa fare al leader di Italia Viva, per tenere l’effetto pungolo, e un po’ lo frena. Come? Riallineandosi sempre sul nome del presidente del Consiglio. Al quale però tutti chiedono di cambiare passo, che è un modo ipocrita per dirgli di fare qualcosa, di non restare immobile. A cena dovreste provare, nella strettissima cerchia consentita in questi giorni, di capire perché il presidente del Consiglio non tenti di darsi una fisionomia più politica (se lo fa non dà nell’occhio) e non cerchi qualche spazio di manovra e di relazione personale. Una delle cose da capire, ad esempio, è perché non sia riuscito a creare un rapporto di fiducia con Nicola Zingaretti. Forse in lui prevalgono ancora timori legati al mandato ricevuto fondamentalmente dai soli grillini, tendenti, per abitudine, a sospettare chiunque di intelligenza con il nemico (e il Pd in parte lo vivono ancora come tale) e a gettare l’anatema sulle pratiche politiche fatte di buone relazioni, di contatti personali, di sana attitudine alla trasversalità. Forse è quel clima iper-grillino, pur non essendo lui formalmente un 5 stelle, ad aver instillato in Conte un eccesso di prudenza politica e il rifiuto di ogni commistione. Eppure ora ne avrebbe così bisogno, perché le richieste di Renzi sulla cabina di regia del fondo italiano per la ricostruzione economica non sono da scartare come se non esistessero, hanno fondamento politico e senso pratico, e ci vorrebbe veramente poco a dare ad esse un seguito, a prenderle sul serio e gestirle politicamente. Mentre è del tutto chiaro che immaginare una gestione autonoma da parte di Conte e della sua stretta cerchia del fondo italiano per la ricostruzione non è politicamente possibile. Intanto il Pd, anche con uno dei suoi dirigenti che più aveva spinto sulle posizioni identitarie dei dem rilancia l’azione di governo senza più parlare di rimpasto. 

 

Le tre "cose" principali 

 

Fatto #1

Tutti parlano della prima persona vaccinata. La Bbc giustamente ci fa la breaking news. E non fa niente che dietro ci sia una mossa comunicativa del governo britannico in affanno su tanti fronti e desideroso di recuperare un po’ di immagine. Comunque l’effetto psicologicamente positivo raggiunge tutta Europa e tutto il mondo. Le aziende del settore dicono, tutte insieme, che 10 vaccini sono in arrivo. E da qui in avanti le telecamere e le dirette streaming saranno protagoniste della campagna vaccinale mentre fioccano le risposte positive alla chiamata del Foglio per far vaccinare in pubblico, a partire dal Presidente della Repubblica e arrivando ai principali leader politici. 

 

Fatto #2 

Domani questo benedetto voto sulla riforma del Mes con i 5 stelle che sembrano ormai intenzionati a convergere, fatti alcuni distinguo di facciata, sul sostegno al governo. Qui un po’ di spiegazione comode e fatte bene dal servizio studi del senato per sapere cos’è il Mes, come cambierà e perché e poterne parlare a cena con cognizione. 

 

Fatto #3 

Il Mose funziona ma è ancora in fase sperimentale nella quale va attivato 48 ore prima dell’innalzamento dell’acqua, cosa che è successa nei casi degli ultimi giorni ma che questa volta non è stata possibile perché le informazioni sono arrivate troppo tardi, quando non si sarebbe più potuto alzare le paratie. Venezia è colpita da un’acqua alta di grave portata e ovviamente le polemiche imperversano e il sindaco dà informazioni

 

Oggi in pillole

 

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