La fronda grillina contro il Mes e l'Austria che riapre le piste da sci, ma solo per i residenti

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

    Una parte del Movimento 5 stelle fa la scena di voler aprire la crisi ma intanto dice che la maggioranza non deve essere per nessuna ragione messa in difficoltà. E’ un comportamento apparentemente irresponsabile e insensato ma da leggere all’interno della speciale logica grillina. Fatto da altri il documento presentato da 16 senatori e 42 deputati a 5 stelle sancirebbe l’immediata apertura della crisi di governo, senza aspettare neanche il voto del 9 dicembre. Perché consisterebbe nel negare il sostegno parlamentare a un trattato su cui si è impegnato il governo e spiccatamente il ministro dell’economia, cofirmatario al tavolo ecofin dell’intesa europea sulle modifiche alle regole del Meccanismo di stabilità. Avere un voto contrario su un impegno di quel rilievo farebbe immediatamente dare le dimissioni a Giuseppe Conte. Il rischio per il governo però è appunto attutito dalle postille, scritte col goffo politicismo di chi non ha esperienza in materia, con cui si dice che però l’importante è che in una logica di pacchetto si sottolinei che la priorità è di Next generation Eu e che il Mes è una specie di tabù. Però attenti a scherzare col fuoco. Perché i 5 stelle firmatari del documento, sempre un po’ simile alla famosa lettera di Totò e Peppino per chiedere il riscatto nel loro finto rapimento, alla fine, tra vari giri di parole, in qualche modo dicono di non voler votare in parlamento per la riforma del Mes. E il rischio si fa alto perché da ieri è noto che anche Forza Italia voterà contro al cambio di regolamento assieme ai due partiti della destra sovranista.

     

    Nel parlamento italiano si verrebbe a manifestare così il 9 dicembre una maggioranza anti-europea, una specie di non-Ursula. La cosa comica, in tutto questo guazzabuglio è che qualcuno pensa che una tale espressione di contrarietà all’Europa possa essere il viatico per un governo di Mario Draghi o comunque la base per impostare un futuro governo di unità nazionale. Insomma, come si sa ormai bene da ieri è il Movimento 5 stelle a dover mostrare capacità di tenuta e invece le ossessioni anti-Europa assieme all’altra fissazione del contrasto sempre e comunque a tutto ciò che riguardi le banche (perché nell’accordo complessivo di riforma c’è anche l’introduzione di un sistema di sostegno per evitare incagli all’attività bancaria) si stanno tuttora mostrando in una quantità sufficiente a portare via dalla maggioranza un numero molto rilevante di parlamentari. Ma, tornando alla frastornante logica parallela del mondo grillino, potrebbe anche essere che, dopo aver firmato e quasi sancito la loro contrarietà alla linea governativa, riescano a far rientrare in qualche modo il loro dissenso, magari attaccandosi a qualche assunzione di impegni da parte di Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri.

     

    Le tre "cose" principali

    Fatto #1

    Il punto sulla distribuzione dei vaccini. Gli inglesi corrono, hanno autorizzato in fretta e furia con la loro autorità del farmaco (diversa e autonoma ovviamente da quelle Ue e Usa) e cominciano la prossima settimana. Divertente che Boris Johnson si finga stupito dalla decisione della sua autorità nazionale e faccia un tweet per complimentarsi per la rapidità. In ogni caso l’agenzia del farmaco britannica fa sapere di non aver rinunciato a nessuno dei controlli previsti e di non aver presto scorciatoie pericolose. Il Belgio ha segnato sul calendario il 5 gennaio. L’Italia indica entro gennaio, come ha ripetuto il ministro Roberto Speranza
     

    Fatto #2

    Le ammucchiate cui partecipava Jòzsef Szàier non sono ovviamente la sua colpa né costituiscono la ragione per cui la polizia belga lo ha fermato. Il problema è che ammucchiarsi in tanti porta inevitabilmente a una forma di assembramento, quella sì vietata e perseguita anche dal liberale Belgio in questo tempo di pandemia. Però il parlamentare orbaniano e sovranista, omofobo e nemico di qualunque comportamento sessuale o familiare diverso da quelli attribuiti alla tradizione magiara, aveva sì frequentazioni discutibili, non in Belgio ma in Italia.

     

    Fatto #3

    Gli attivisti pro-democrazia di Hong Kong dicono che non vogliono fermare le loro iniziative malgrado gli arresti e le intimidazioni. Ovviamente il loro principale interlocutore mondiale è il nuovo presidente degli Stati Uniti.

     

    Oggi in pillole 

    Confindustria torna all’attacco del governo

    Senza le spalle larghe dell’Ue il Regno Unito non ha strumenti per confrontare la politica commerciale degli Usa, uno dei tanti danni della Brexit (che, a proposito, è contemporaneamente impantanata e alla stretta finale)

    La first minister scozzese non molla la presa sulla possibile clamorosa secessione e successiva adesione della Scozia all’Ue.

    L’Austria non vuole importare turisti a cuor leggero, né i paesi confinanti vogliono favorirne la partenza. Finirà con una specie di eccezione austriaca, in cui loro se la canteranno e se la suoneranno, riempiendo le piste di sciatori locali tutti con tampone negativo. Niente di speciale ma è la dimostrazione di come si possano gestire le regole con attenzione alle specificità di ogni paese.

    Attenzione aumentata per le notizie mediche. Questa è specialmente rilevante, si tratta di usare metodi informatici e intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza del sistema immunitario e farlo agire solo contro le cellule tumorali anziché in modo quasi indistinto.

    I reali di Svezia, ottemperando a chissà quale prescrizione, mandano in anticipo il loro video natalizio 2020.