Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (foto LaPresse)

Dopo cinque trimestri di crescita, l'occupazione è in calo

Redazione

L'Istat registra una diminuzione dello 0,1 per cento, ma ci sono anche dati positivi: calano gli inattivi e il costo del lavoro

Dopo cinque trimestri consecutivi di crescita, nel terzo trimestre 2016 l'occupazione è in calo: l'Istat registra un meno 0,1 per cento, pari a 14mila unità. Pesa la diminuzione dell'1,5 per cento degli indipendenti (80mila persone) compensata in parte dalla crescita dei dipendenti, che sono 66mila in più per un aumento dello 0,4 per cento. Prendendo a riferimento i dati mensili dello scorso ottobre, calano i dipendenti a tempo indeterminato e crescono quelli a termine. In generale, secondo l'istituto di statistica, al netto degli effetti stagionali gli occupati sono 22.775.000, i disoccupati 2.987.000.

 

Di contro, però, rispetto al terzo trimestre del 2015 c'è una crescita complessiva di 239mila occupati, un dato che riguarda soltanto i dipendenti a tempo indeterminato (più 316mila) a fronte di una sostanziale stabilità di quelli a termine e del calo degli indipendenti. L'incremento è più consistente per gli occupati a tempo pieno, mentre il tempo parziale cresce solo nella componente volontaria. Nel complesso, la crescita dell'occupazione riguarda soprattutto le donne - più 189mila in un anno - e gli over 50.

 

 

Il tasso di disoccupazione, invece, rimane stabile per il quarto trimestre consecutivo in confronto al trimestre precedente, mentre aumenta dello 0,4 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2015, con una crescita tendenziale di 132mila disoccupati. Per il terzo trimestre consecutivo diminuisce, e in modo più consistente, il numero degli inattivi di 15-64 anni (meno 528 mila in un anno) e il corrispondente tasso di inattività: il calo, in questo senso, riguarda sia le persone che cercano un'occupazione (meno 212mila, soprattutto donne) sia quelle che non cercano lavoro e non sono disponibili (meno 316mila).

 

Dal lato delle imprese cresce la domanda di lavoro: rispetto al trimestre precedente i dipendenti sono aumentati dello 0,6 per cento, ma diminuiscono le ore di lavoro di ciascun dipendente (meno 0,3 per cento). Il dato positivo, spiega l'Istat, è una sintesi di una maggiore stabilità dell'industria e dell'incremento dei servizi. Il costo del lavoro fa segnare un meno 0,6 per cento in seno agli oneri sociali per effetto delle decontribuzioni per le assunzioni a tempo indeterminato. In calo, infine, il ricorso alla cassa integrazione.