Sylvain Tesson - foto Ansa

Editoriali

La cultura odierna del censurare tutto ciò che è reazionario

Redazione

Le mille e più firme del mondo dell'arte dello spettacolo francese contro la nomina di Sylvain Tesson come padrino della venticinquesima edizione del Printemps des poètes, manifestazione che celebra la letteratura e la poesia

È il primo caso letterario del mandato di Rachida Dati, neoministra della Cultura francese. “Più di 1.200 poetesse e poeti, editrici e editori, librai, attrici e attori della scena culturale francese”, come si sono firmati in una petizione su Libération, chiedono di annullare la nomina di Sylvain Tesson come padrino della venticinquesima edizione del Printemps des poètes (si terrà dal 9 al 25 marzo), manifestazione fondata dall’ex ministro socialista della Cultura Jack Lang. Tesson, che ha vinto il premio Renaudot nel 2019 per “La Panthère des neiges”, è accusato di essere “una figura di prua dell’estrema destra” perché ha scritto le prefazioni a diversi libri di Jean Raspail, scrittore monarchico e cattolico tradizionalista molto amato dai circoli identitari, autore del celebre “Il campo dei santi”, romanzo distopico sulla fine della civiltà occidentale. “La cultura è generosa, ha bisogno di autori che facciano scoprire il nostro patrimonio letterario e la nostra nuova scena poetica. Sylvain Tesson fa parte di questi scrittori che hanno il desiderio di condividere con tutti l’amore per le parole. Sono felice che il Printemps des poètes celebri ovunque in Francia questa visione della poesia, aperta, libera e popolare”, ha reagito Rachida Dati.
 

Tesson dà fastidio perché è un battitore libero, uno scrittore inafferrabile, che non ama i salotti e si sente meglio quando è in viaggio, in terre lontane, con i suoi libri e niente più, un Ulisse parigino, selvaggio e anti moderno. In difesa dello scrittore, è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire. Su X, ha manifestato il suo “sostegno totale a Sylvain Tesson”, denunciando “l’esclusione settaria di una penna avventurosa”. “Ecco a che punto siamo arrivanti nella Francia dei Lumi, della regione e del libero pensiero”, ha aggiunto polemico Le Maire. E’ la gauche settaria con i suoi tic censori.

Di più su questi argomenti: