Un frame da "In a World... - Ascolta la mia voce", film del 2013 diretto da Lake Bell 

Podiocast, i cinque podcast da non perdere a dicembre 2023 (e i dati del Wrapped di Spotify)

Enrico Cicchetti

L'anima di Paolo Conte. Un viaggio tra le piante e uno nella prima internet tv italiana. E poi la ricostruzione di una vicenda quasi cancellata dalla memoria collettiva. La classifica delle migliori "cose da ascoltare" questo mese

Partiamo con una classifica. Spotify ha comunicato i risultati di Wrapped, la sua lista annuale degli artisti, delle canzoni, degli album e dei podcast più ascoltati sulla piattaforma (che oggi raggiunge più di 574 milioni di persone). Per quanto riguarda i podcast, secondo i dati diffusi questo pomeriggio, in Italia va fortissimo il genere true crime – è la tendenza degli ultimi anni – e le notizie. Guida infatti la classifica “Elisa True Crime” di Elisa De Marco, seguito da “The Essential” di Mia Ceran e "Muschio Selvaggio” di Fedez. “Indagini” di Stefano Nazzi e “Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia” chiudono la classifica dei primi cinque. Seguono "Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps", "Demoni Urbani", "La Zanzara", "One More Time di Luca Casadei" e "Stories", al decimo posto.


     

Paolo Conte. Il maestro è nell’anima

Di Giulia Cavaliere

Dove ascoltarlo

Facciamo un giro: partiamo da un concerto e arriviamo a un podcast. Pronti? A febbraio di quest'anno il tempio dell'opera e della classica – il Teatro alla Scala di Milano – si è aperto per la prima volta alla "popular music". E lo ha fatto con Paolo Conte, il più nobile e insieme il più popolare, "il più antico e futuribile" tra gli autori italiani. Ne è nato un docufilm che fonde musica, ricordi e confidenze: “Paolo Conte alla Scala, Il Maestro è nell’anima”.

Ad aprile scorso, intanto, Caterina Caselli e il figlio Filippo Sugar, con la loro Sugar Holdings, diventavano il terzo socio della Be Water, la società di produzione fondata dal finanziere e scrittore Guido Maria Brera e dal produttore cinematografico Mario Gianani (tra l'altro marito dell’ex ministro Madia) che ne sono rispettivamente presidente e amministratore delegato. Be Water controlla anche il marchio Chora Media attraverso la Be Content di cui Mario Calabresi è socio di minoranza. 

Ed eccoci a noi: Sugarmusic, l'etichetta fondata nell'89 da Caselli e oggi guidata dal figlio, ha imbastito attorno al film un abito più ampio, che comprende l'uscita di un album in vinile e in cd e anche il lancio di un podcast, scritto e raccontato dalla bravissima Giulia Cavaliere (la definizione di "il più antico e futuribile" è sua). L'intera operazione è un progetto ambizioso e contemporaneo, che coniuga lo strumento narrativo digitale più attuale di tutti alla produzione di un disco in formato fisico, che strizza l'occhio al collezionismo.

Scriveva qualche tempo fa Luca Barachetti sull'Eco di Bergamo che "Paolo Conte è un immaginario. A base di provincia d’antan, sentimenti non dichiarati, amanti negli hotel [...] Un immaginario che, in quanto tale, è necessariamente anche un culto. [...] Paolo Conte – come Tom Waits, come Kubrick, come chi volete voi fra quelli che vi hanno ribaltato la vita – è uno di quegli artisti che nell’atto di creare fondano un’appartenenza in forma di adorazione. Chi lo ascolta crede in lui, a lui si affida e da lui si lascia immergere, appunto, nell’immaginario". Definizione molto azzeccata, che ritorna anche in questo podcast da cinque puntate (ognuna delle quali ruota attorno a una canzone del "maestro") che rimette in circolo quell'immaginario di provincia e di cosmo, quegli odori di campagna e di città, quei sapori di circo e d’orchestra, quelle nostalgie di reale e di sognato.

A raccontarli, insieme al protagonista, autore delle magie musicali da cui tutto ciò ha origine, ci sono lunghe interviste a Francesco Bianconi dei Baustelle, Caterina Caselli, Colapesce e Dimartino, Lucio Corsi, Francesco De Gregori, Dente, Mahmood e la linguista Beatrice Cristalli. E le canzoni originali di Conte. Perché senza musica un podcast sulla musica rende solo l'idea. Così invece rende onore.

 

      

Bagliore

di Gianluca Taraborelli e Emanuele Lapiana

Dove ascoltarlo

Sotto i panni di un racconto d'avventura e di montagna, nascosto tra le ombre di una notte di luna piena tra gli abeti, questo podcast è la metafora di ciò che molte ragazze e ragazzi hanno vissuto, in particolare nel periodo del lockdown. Un audio-romanzo di formazione, che racconta la fragilità della salute mentale e la fretta di crescere. Impresa mai semplice. Ma cercare la propria strada nell'oscurità, con la luce azzurra di uno schermo, può rivelarsi un'esperienza dura e faticosa.

Nina ha 17 anni e tanta confusione in testa. Fugge da casa per raggiungere la sorella maggiore Claudia, che gestisce un rifugio in quota. Prende la seggiovia senza pagare il biglietto, che però si blocca a metà dell'ultima corsa della giornata. Bloccata. Come se non bastasse si alza una nebbia lattiginosa, forse una nuvola ha avvolto la cima. Per Nina comincia un'avventura al chiaro di luna che cambierà per sempre il suo rapporto con la vita, con la montagna e il mondo esterno. 

Oltre al podcast, prodotto da oSuonoMio e presentato live presso tre rifugi (Vajolet, Graffer e San Pietro), gli autori puntano a uscire dalle piattaforme online e fare diventare "Bagliore" occasione di incontro offline, entrare nelle scuole e negli spazi di aggregazione sotto forma di spettacoli immersivi, confronti informali e ragionamenti liberi.

 

  

Freedomland - L'occasione per diventare tutti ricchi

di Fabio Ragazzo e Matteo Liuzzi 

Dove ascoltarlo

   

Altroché la "Netflix" della cultura italiana di Franceschini. Già all’inizio del Nuovo Millennio c'era un italiano che voleva rivoluzionare il modo di connettersi e navigare online.

Dopo "L'Unicorno" (sulle vicissitudini di Bio-on, la startup bolognese che voleva salvare il mondo dalla plastica) arriva il secondo appuntamento di Supercrash, la serie di Will e Boat Sound che racconta le ascese più incredibili e i crolli più clamorosi delle aziende italiane. Fabio Ragazzo e Matteo Liuzzi (nomi ben noti a chi ama il podcast) con la bella voce di Riccardo Haupt e la regia e il montaggio di Niccolò Martin. firmano un resoconto appasionante. Aggiunge valore la presenza di una lunga intervista (sporzionata nei vari episodi) al protagonista di questa nuova storia di un Icaro dell'imprenditoria. 

"Freedomland" ripercorre in otto tappe l’ascesa e la caduta della prima internet tv italiana. Fondata da Virgilio "Degio" Degiovanni, imprenditore appena 30enne che aveva avuto grande successo come editore e come pioniere del multi-level marketing, Freedomland nel 2000 si quota in Borsa alla cifra astronomica di 3.000 miliardi di lire. Due miliardi di euro di oggi. Degio era il titolare del 65 per cento delle azioni. Ma nel marzo dello stesso anno scoppia la bolla delle aziende “dot-com”, i titoli tecnologici crollano nelle Borse di tutto il mondo. Freedomland, compreso: è il primo titolo tech italiano a fare flop. Come se non bastasse, la Guardia di Finanza inizia a controllare i conti della società, scoprendo che molti dei clienti dichiarati in bilancio non sembrano reali. L'esposto della Fiamme Gialle finisce sulla scrivania del pm Luigi Orsi, esperto in crimini finanziari, che subito prende in mano l’indagine. È l’inizio della fine per Freedomland. Non per il suo fondatore, però. Per il quale la sorte ha un piano ben peggiore.

  

   

Una mattina a Fiumicino

Di Michela Chimenti

Dove ascoltarlo

Come si può dimenticare un attentato, cancellare una strage dalla memoria collettiva? Come si può strappare una pagina di storia, facendo finta che non sia mai esistita? Di immagini drammatiche che hanno fatto la storia dell'Italia del dopoguerra ce ne sono tante: Piazza Fontana, la strage di Bologna, Aldo Moro che regge La Repubblica e guarda i suoi sequestratori. Altrettanto numerose sono le commemorazioni che, ogni anno, tristemente si susseguono incessanti nel calendario. L’attacco terroristico arabo-palestinese del 17 dicembre 1973 a Fiumicino, invece, non compare mai in questi elenchi, nonostante abbia il doloroso primato di essere l’attentato con più vittime (32, fra cui 6 italiani) fino alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. In occasione del cinquantesimo anniversario di questa strage dimenticata, questo podcast a cura della giornalista Michela Chimenti mette insieme le indagini e dà voce ai sopravvissuti per provare a spiegare perché questa vicenda è stata messa sotto al tappeto della storia del nostro paese.

    

      

Diorami: appunti di viaggio di una genius loci

di Francesca Berardi

Dove ascoltarlo

Vado di Wiki: "Il Genius loci è un'entità naturale e soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana. Tale associazione tra Genio e luogo fisico si originò forse dall'assimilazione del Genio con i Lari a partire dall'età augustea. [...] Quando si invoca il Genius loci bisogna precisare sive mas sive foemina ("che sia maschio o che sia femmina") perché non se ne conosce il genere". Fluidity neopagana. Che c'entra? C'entra, perché è proprio una genius loci (qui dunque femmina, meglio così) la protagonista di questo adattamento audio per Rai Radio 3 (nel magnifico programma Tre soldi). 

Dopo aver trascorso più di cinquant'anni chiusa tra le mura dell'Orto botanico dell'università di Palermo, questa creatura mitologica decide di riconnettersi al paesaggio naturale e sociale della Sicilia. Per muoversi segue l'esempio delle piante, e decide di viaggiare come fanno i semi. Inizia così un viaggio a tappe per fare visita ad alcune delle specie più caratteristiche del territorio. Dalla palma nana nella riserva dello Zingaro a un leccio secolare sulle pendici dell'Etna, passando per i giardini panteschi e i monti Iblei dove echeggia ancora il sapere delle majare, la genius loci passa attraverso cementificazione, incendi e abbandono, ma si ferma e si mette in ascolto in luoghi dove piante e persone si prendono cura le une delle altre.

 

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti