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A Roma

Sergio Castellitto è il nuovo presidente del Centro sperimentale di cinematografia

Pietro Bartolini

Il ministro della Cultura presenta la nomine: "Un Cda di alto profilo, guidato da una personalità di assoluta qualità umana e professionale". Nel cda anche Pupi Avati e Giancarlo Giannini

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha nominato il presidente del Centro sperimentale di cinematografia (Csc): il nome è quello del regista Sergio Castellitto. Nel Consiglio di amministrazione invece sono stati nominati Pupi Avati, Giancarlo Giannini, Cristiana Massaro, Andrea Minuz, Santino Vincenzo Mannino e Mauro Carlo Ciampotti. Il ministro, durante la comunicazione alle commissioni Cultura di Camera e Senato, che dovranno esprimere il proprio parere entro 20 giorni, ha commentato così: "La designazione di un Cda di così alto profilo e guidato da una personalità di assoluta qualità umana e professionale come Sergio Castellitto e composto da nomi prestigiosissimi, ci fa capire quanto le polemiche dei mesi scorsi fossero pretestuose. Volevamo elevare la qualità e lo abbiamo fatto".

A luglio è stato approvato un emendamento presentato dalla Lega al decreto legge Giubileo che ha disposto il decadimento dei vertici e cambiato le regole per le nuove nomine, stabilendo che il presidente e tre dei membri del Cda devono essere scelti dal ministero della Cultura, una nomina a testa invece spetta al ministero dell’Istruzione, dell’Economia e a quello dell’Università.

Tra i nomi che circolavano per la presidenza c'era anche quello di Pupi Avati, poi nominato membro del consiglio di amministrazione dal ministro Sangiuliano.

Il decreto è stato accolto da numerose polemiche da una parte dell'ambiente cinematografico e non solo, tra le quali quelle dei registi Marco Bellocchio, Paolo Sorrentino, Mario Martone e Nanni Moretti che aveva dichiarato: "La violenza e la rozzezza con cui il governo ha fatto fuori la dirigenza del Centro Sperimentale di Cinematografia. Del resto, questa è la destra italiana, questo il suo ceto politico e giornalistico". Anche gli studenti del Centro sperimentale si erano mobilitati contro il provvedimento: "Riteniamo assolutamente ignobile che questo emendamento entri in gamba tesa su questa questione", chiedendo un immediato ritiro dell'emendamento e occupando l'edificio di via Tuscolana.