L'iniziativa

Artemisia Gentileschi, un Caravaggio donna in mostra a Napoli

L'esposizione alle Gallerie d'Italia raccoglie molte delle più importanti produzioni dell'artista seicentesca. Un percorso che mescola biografia e pittura, visitabile fino al 19 marzo

Francesco Bercic

Ancora per qualche giorno, fino al 19 marzo, è possibile visitare la mostra promossa da Intesa Sanpaolo e dedicata alla vita e alle opere di Artemisia Gentileschi presso il palazzo dell’ex Banco di Napoli in via Toledo: una raccolta di molte delle sue maggiori produzioni intrecciate alla sua vicenda biografica, in un unico racconto volto alla scoperta di una figura irripetibile e preziosa nella storia dell'arte figurativa italiana. Se infatti Artemisia Gentileschi è diventata, soprattutto negli ultimi anni, una vera e propria icona pop del grande pubblico, protagonista di molti itinerari di turismo artistico, allo stesso tempo sono molti i lati rimasti misteriosi e sconosciuti della sua vita e della sua produzione. A partire dall'episodio cardine della sua biografia: la violenza sessuale subita dal maestro d'arte, Agostino Tassi, che la costringerà a un processo infinito e che finirà per condizionare, inevitabilmente, i tratti della sua pittura. 

La ferma dedizione con cui Artemisia Gentileschi riesce a imporsi in un panorama sociale e artistico dominato da pregiudizi apparentemente inscalfibili – siamo pur sempre nell'Italia del Seicento – la annoverano certamente nella categoria delle femministe ante litteram, ma apparirebbe riduttivo fermarsi qui. Sarebbe ingeneroso proprio nei confronti della sua estenuante battaglia, legale e non solo, per ritagliarsi uno spazio e un ruolo all'altezza delle sue doti artistiche. E proprio la mostra di Napoli fa evaporare ogni frettolosa considerazione nei confronti dei suoi dipinti e lascia spazio all'artista, maestra della luce e dell'ombra in un'Italia segnata dalla figura di Caravaggio.

La mostra – realizzata assieme alla National Gallery di Londra e in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’Archivio di Stato di Napoli e l’Università di Napoli L’Orientale – si concentra sul periodo napoletano della Gentileschi, fra il 1630 e il 1654. Anni intensissimi sfociati nell'apertura di una bottega, capace di radunare attorno a sé pittori quali Massimo Stanzione, Onofrio Palumbo e Bernardo Cavallino. Un repertorio artistico che continua a essere fiorente e fecondo, attraversando i secoli con la forza di un'ispirazione solitaria e appassionante.

Di più su questi argomenti: