Foto: EPA/ARNO BURGI

Trionfo di caricature

Per lo scrittore russo, da sempre c'è un tema sterminato: l'artista e il tiranno

Marco Archetti

In Cremlino di zucchero lo scrittore Vladimir Sorokin racconta uno scenario distopico in cui la Russia è in un autoinflitto isolamento. Mosca è “un iceberg che s’allontana dall’Europa. E il futuro è imprevedibile” diceva nel 2015

I manoscritti non bruciano. Però cuociono al book’n’grill, o per lo meno così accade in un futuro ipotetico nel quale ha vinto la rimozione della letteratura fino a estinzione quasi completa: un’organizzazione clandestina si appropria degli ultimi esemplari, li arrostisce e ne fa pietanze ricercate per le quali ricchi oligarchi sono disposti a pagare oro. Queste e altre cucine da incubo sono raccontate in Manaraga (Bompiani), e chissà, nell’immaginazione di Vladimir Sorokin – classe 1955, polifonico naturale, autore cyberbulgakoviano di questo ritratto inquietante di possibile futuro – che sapore avrà un Turgenev alla brace.

Lui, intanto, parla di odori. “Ricordo ancora il profumo dell’edizione americana Ardis di Lolita trafugata in Urss”, raccontò in un’intervista, e improvvisamente il tema odore-di-libro-cartaceo sembrò avere un senso. Per lo scrittore russo contemporaneo più capace di forgiare visioni e incubi (e di vederne realizzato uno ai suoi danni: la gioventù putiniana di Marciamo Insieme l’ha messo violentemente sotto accusa) la Russia è “un iceberg che s’allontana dall’Europa. E il futuro è imprevedibile”, diceva nel 2015.

Nella sua raccolta di racconti Cremlino di zucchero (atmosphere libri) è il 2028. Dopo un paio di crisi internazionali, la Russia sopravvive in un totale, autoinflitto isolamento. “‘Allora, monella, quanti mattoni servono ancora per il Muro?’ ‘Ancora 62.876.543’. ‘Ecco, se ogni scolaro modellasse dall’argilla della Patria anche solo un mattone, il Sovrano finirebbe il muro tutto in una volta, e noi in Russia vivremmo una vita felice!’, disse il nonno. La piccola Marfuša sapeva che era impossibile completare subito la costruzione del Grande Muro: a ostacolarla erano nemici esterni e interni. Ancora molti mattoni prima che sopraggiungesse la felicità generale. Intanto il Grande Muro cresceva e separava la Russia dai nemici esterni. Quelli interni li avrebbero fatti a pezzi le guardie del Sovrano, ma oltre il Muro c’erano: cyberpunk drogati che succhiavano il nostro gas illegalmente, cattolici ipocriti, protestanti spudorati, buddhisti folli, musulmani maligni, senzadio corrotti, satanisti che si agitavano nelle piazze, drogati surgelati, sodomiti insaziabili, lupi mannari, plutocrati avidi, virtuali malefici, fascisti e megaonanisti’”.

Catalogo completo, in cui è facile individuare l’identità delle caricature propagandistiche governative. “Per uno scrittore russo”, ha dichiarato, “c’è un tema sterminato: l’artista e il tiranno”.

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