Foto ANSA/ ETTORE FERRARI 

Colloquio-avventura nella mente di Carlo Freccero

Salvatore Merlo

Il green pass, i vaccini e il complotto mondiale delle élite contro il popolo. Parla l'ex direttore di Rai 2

"Non sono complottista”, dice in tono di aperta rivendicazione. “Sono loro che complottano”. E spiega: “Io leggo e cito dei documenti. Scopro che l’élite vuole imporre nuove forme di controllo sulle persone, per trasformare l’occidente nella Cina attraverso la politica sanitaria. E allora siccome io racconto questo complotto, cercando di documentarlo, ecco che automaticamente divento complottista. E’ un passaggio logico indebito”.

  

 

Sta promuovendo un referendum per abolire il green pass, Carlo Freccero. E nulla nella sua biografia lascerebbe credere che egli sia un mattoide del web, un estremista del no vax, uno di quelli che credono alle sirene, ai chip sotto pelle o al grande complotto universale. Eppure lunedì queste cose le ha scritte sulla Stampa dopo altri interventi di Cacciari, Agamben, Barbero e Vattimo contro il green pass. “E’ stato il direttore Massimo Giannini a chiedermi di scrivere. Poi però ci ha aggiunto una sua postilla per prendere le distanze”. E cosa siete lei, Agamben, Cacciari e Vattimo? “Una avanguardia di sinistra”. Però dite le stesse cose di Giorgia Meloni. “Significa che riesco a parlare, da uomo di sinistra, al suo grande elettorato che vincerà le elezioni. Io voglio penetrare lì dentro. E’ una operazione gramsciana. Ripeterò lo stesso schema che ho fatto col referendum contro Renzi”. Stupro della Costituzione. Deriva autoritaria. Ducismo. Ma a quel tempo eravate tanti, c’era anche Gustavo Zagrebelsky. “E oggi contro il green pass siamo pochi. Io, Agamben, Cacciari e Vattimo. Lo so. Ma c’è chiaramente sulla carta un 30 per cento di italiani cui rivolgersi, quel 30 per cento che ha fatto vincere l’alleanza Lega M5s. E’ sempre uguale. Lo stesso gruppo di persone. Io li chiamo i ‘non culturalizzati’ dal giornale mainstream. Il 30 per cento che rappresenta il disordine mediatico. Con loro si vince. E la riprova è che il libro più venduto in questo momento è quello di Massimo Citro, ‘Eresia’”. La bibbia no vax. “Persino un sito come Byoblu può battere Feltrinelli o Mondadori”. E Freccero parla quasi da segretario politico. Segretario del partito degli sciroccati? “Tutto il contrario degli sciroccati. Io ho capito come funzionano le cose. Ma dovete ascoltarmi”.

 

E allora ci addentriamo nella mente e nei pensieri di Freccero. Allacciatevi le cinture.

“Sto leggendo tutti i documenti del potere, perché sto facendo un libro di questo tipo, per capire cos’è il potere. Sai chi è il vero complottista?” No, chi è? “Il vero complottista è Klaus Schwab, il presidente del World economic forum. E’ lui che dice che il Covid è un ‘grande reset’. Che è l’occasione per instaurare un nuovo ordine mondiale. E io sarei complottista? Io imparo da lui. Da questa élite che intende governarci con la tessera digitale”. Ma cosa è l’élite? “Non è una cosa. Sono tante. Si fronteggiano le une contro le altre. Tu devi ascoltare cosa dicono La Bella e Landi”. La Bella e Landi? “Sì, sono due operatori finanziari che sanno esattamente cosa succede. Parlano su internet”. E cosa succede? “La realizzazione della distopia fantascientifica. Il controllo sulle persone anche attraverso la paura”. 

  

Quello di Carlo Freccero è un affastellarsi di roba che quasi tutti – e confessiamo: anche noi – considerano mattane. “Certo che me ne rendo conto che può sembrare un delirio. E’ il potere che non è più sapere, ma delirio. Ma io sto raccogliendo prove, documenti. Io questi li ho conosciuti. Jacques Attali lo incontravo con Berlusconi negli anni Ottanta a Parigi. Era lucido e cinico, allora non capivo che faceva parte di questa élite. Ma adesso ho fatto anche io un ‘reset’, di tutto ciò che credevo di sapere. Così ho scoperto la follia pura: il gender, per esempio”. Ma che c’entra il gender adesso? “Anche la questione del gender la vuole l’élite. Anche Bergoglio è un uomo del reset di cui parla Schwab”. Il nuovo ordine mondiale? “Certo”. Il Papa? “Non Benedetto XVI, ma Bergoglio. Lui accetta questo sistema, questa contemporaneità. E’ tutto consequenziale. Tutto si tiene. E’ chiaro”. Insomma.

   

  

“Ma non lo vedi il cinema?”. Fatico a seguire il collegamento logico. “Tutta Hollywood produce immaginario distopico. Mai come adesso si è lavorato sulla fantascienza. Perché il pubblico sente addosso che stiamo entrando in un mondo distopico. Mai come oggi Orwell e Huxley sono così letti. La fantascienza afferra lo spirito del tempo. Siamo continuamente controllati. Se fai un abbonamento a Sky ti recitano il rosario delle cose che possono fare con te: ‘Mi dà l’assenso alla profilazione dei dati?’. Appena apri il cellulare, ti offrono ciò che desideri. Lo sanno. Finiremo schedati col green pass. Con il ricatto della paura alimentata dai media”. Che sono complici. “Sai chi ha scritto la prefazione al libro di Schwab?”. No. “L’ha scritta John Elkann, il padrone che ha svenduto la Fiat e poi ha fatto il gruppo Gedi. E infatti nulla di quello che dico finisce sui giornali”. Lei sta parlando a un giornale. “Ci sono cose che non sono mai apparse nemmeno da voi”. Pure il Corriere fa parte del piano? “Tutti”.

 

Anni fa c’era chi accusava il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, di tramare con Obama e Bill Gates quando venivano estesi i vaccini nelle scuole. Quelli erano matti o savi? “Quelle cose confermano quello che dico. Sono tutte vere. Io ho studiato gli esposti che fece l’avvocato Alessandra Devetag. Ha spiegato benissimo il rapporto che c’è tra Lorenzin, l’Oms, e Bill Gates”.

  

Freccero, scusi, ma lei si è mai chiesto perché è così predisposto a vedere collegamenti tra cose e persone che forse (forse?) non hanno tra loro alcun collegamento? “Mi autopsicanalizzo, se vuoi”. Faccia pure. “Forse sono figlio di piazza Fontana. La mia generazione è contaminata dalla scuola del sospetto. Ma io ho visto le riunioni del World economic forum a Davos, quelle del gennaio 2021, dove c’erano Macron e Von Der Leyen che parlavano del ‘grande reset’. Vengo dalla scuola del sospetto, ma qua c’è un aspetto documentale innegabile”.

  

Va bene, ma ancora non è molto chiaro chi, e cosa, si starebbe complottando. “Ma sono questi che stanno al potere! E te lo dicono anche. Te lo sbattono in faccia. Il fatto che Mario Draghi sia al potere, senza mai essere stato eletto, è molto importante. Come pure lo è il fatto che Mattarella sta tutti i santi giorni da Macron”. Mattarella sta da Macron? “Voglio capire in che mondo vivremo. E la cosa curiosa è che non siamo più nel neoliberismo, anzi”. Anzi? “Tutto questo nasce perché il neoliberismo è finito. Al neoliberismo si sostituisce un sistema alla cinese”. Okay, ma il green pass e i vaccini che c’entrano? “Io ho la fotocopia del bugiardino dei Pfizer. E’ spaventoso. Ho un amico che ha preso un ictus. E poi ho avuto la fortuna di incontrare Luc Montagnier a Firenze. Montagnier è premio Nobel, mica Burioni”. E che le ha detto? “Mi ha detto di non vaccinarmi”. Chi non si vaccina rischia di morire. “No”. Quindi lei non è vaccinato? “Assolutamente no. Faccio il tampone. Ma stop. Questi non sono vaccini. Tra due anni non sai che conseguenza avranno. E fanno nascere un discorso molto importante di depopolamento mondiale. Altro tema fondamentale che sto studiando”.  

  

  

Quindi i vaccini servono a sterminare la popolazione mondiale? “C’è un filone che parte da Malthus, ovviamente. L’hai ascoltato cosa ha detto il ministro Cingolani?”. Dica lei. “Cingolani dice che bisogna portare la popolazione mondiale da 9 miliardi a 3 miliardi. L’ho trovato su internet. Questa cosa è importante”. Cingolani lo ha voluto Grillo: anche Grillo fa parte del grande reset? “Grillo è ossessionato dal futuro, ma non s’interroga sulle conseguenze. Ma basta unire tutti i puntini, compresa la teoria del depopolamento”. E...? “E scopri che l’élite complotta”. Questo l’avevamo capito.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.