Mostra su Fernando Pessoa alla Fondazione Gulbenkian di Lisbona, nel 2012 (foto Ansa)

L'ultima poesia di Pessoa

Luca Vaglio

L’amore segreto dello scrittore portoghese per Madge Anderson riemerge in un passionale scambio epistolare

E’ opinione diffusa che Fernando Pessoa abbia avuto un unico amore, quello per Ophélia Queiroz, documentato da un epistolario in cui vicende private e letteratura si fondono. Si tratta di una delle vulgate biografiche che sono state alimentate dopo la morte del grande poeta portoghese. Senza prove che dicessero altro, era facile accettare l’ipotesi di un Pessoa legato sentimentalmente, nel 1920, e ancora per circa quattro mesi tra il 1929 e il 1930, alla sola Ophélia. Questa singolarità romantica era ammissibile anche perché Pessoa, con una coerenza non comune a tutti gli scrittori, ha sempre dato l’impressione che la sua vita fosse parte della creazione letteraria, nella quale risuonano le voci di ben 136 eteronimi. In una poesia assai famosa, “Autopsicografia”, sintetizza questo gioco di specchi tra finzione e realtà: “Il poeta è un fingitore./ Finge così completamente/ che arriva a fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente”.

 

Un articolo di José Barreto, già ricercatore dell’Istituto di Scienze sociali dell’Università di Lisbona, pubblicato nel dicembre del 2017 sulla rivista Pessoa Plural, ha portato una luce nuova sulla questione. Due lettere di Pessoa, fino ad allora inedite e in possesso della famiglia, dimostrano che nel 1935, nell’ultimo anno di vita, questi ebbe uno scambio epistolare emotivamente intenso con Margaret Mary Moncrieff Anderson, “Madge” nella corrispondenza, una donna inglese, sorella di Eileen, vale a dire la moglie di João Maria Nogueira Rosa, il fratellastro del poeta, che viveva a Londra. Barreto, inoltre, ha trovato una lettera e una cartolina spedite da Madge a Pessoa, custodite presso la Biblioteca nazionale di Lisbona e mai pubblicate prima.

 

Nella primavera del 1935 Madge, che era impiegata presso il Foreign Office britannico e che durante la Seconda Guerra mondiale lavorerà nei servizi segreti (Sis), andò a Lisbona per incontrare Pessoa ma il poeta, che versava in uno stato di prostrazione, a cui contribuivano i suoi eccessi alcolici, non si fece trovare, ovvero scomparve, come a volte gli capitava di fare. In una lettera databile tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno del 1935, Pessoa si scusa con Madge, imputando la sua sparizione a una violenta crisi depressiva. Le dice di essersi ripreso e di essere quindi pronto per sprofondare di nuovo, e in via definitiva.

 

La risposta di Madge non è stata trovata ma, stando a quanto afferma Pessoa (“Your kind aggressive letter”), la sua missiva del 9 ottobre non doveva essere priva di accenti aggressivi. Nella lettera, il poeta manifesta ostilità nei confronti del dittatore António de Oliveira Salazar, che Pessoa aveva attaccato in un articolo pubblicato il 4 febbraio del 1935 sul Diário de Lisboa e che era stato censurato, perché criticava la legge che proibiva le società segrete. Pessoa allega una poesia, “D.T.”, ossia Delirium Tremens, definendola un documento psicologico. Madge risponde il 14 novembre, gli chiede di mandarle un’altra poesia e di insegnarle a curare i suoi fantasmi, come lei aveva cercato di fare con lui. Non sarà possibile, Pessoa morirà il 30 novembre. Ma il 22 novembre, in coincidenza con il probabile ricevimento della lettera, Pessoa scrive una poesia in inglese, l’ultima e chiaramente d’amore. I versi finali, se il rapporto tra vita e arte non fosse sfuggente, potrebbero sembrare una confessione o un testamento sentimentale: “Oh, yes, the sky is splendid,/ So blue as it is now,/ The air and light are blended/ Oh, yes, but, anyhow,/ Nothing of this is you,/ I’m absent from your kiss/ That’s all I get that is sad and true/ From this./ What matters is just you”.