Andrea Camilleri

Andrea Camilleri ha fatto un altro miracolo

Mariarosa Mancuso

Esce postumo “Riccardino”, l’ultimo romanzo dello scrittore con Montalbano. Ostico, ma è subito bestseller

Faceva miracoli da vivo. Non esiste altra parola per chi è riuscito a scatenare il passaparola che fa leggere gli italiani. O almeno a far comprare abbastanza libri – chi ben comincia è a metà dell’opera – per conquistare le classifiche, e lì rimanere. Senza trascurare l’indotto: la serie tv con Luca Zingaretti, il turismo letterario, il ruolo da tempo vacante di amabile saggio (negli ultimi mesi quasi cieco, ma ha voluto lo stesso doppiare il cantastorie nel film di Lorenzo Mattotti “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”).

  

Figuriamoci se non fa miracoli da morto. Riccardino” – l’ultimo romanzo di Andrea Camilleri con Montalbano, esce oggi postumo nel primo anniversario – era già ieri in cima alle classifiche di Amazon. Dove i romanzi si possono prenotare, e se ordinati su Kindle arrivano allo scoccare della mezzanotte. Due volte nei primi dieci, ripetendo l’altro miracolo che vedeva nuovi Camilleri lanciati a scadenze regolari, con un effetto rinvigorente sugli altri titoli. “Riccardino” (esce da Sellerio) era al primo posto con l’ultima stesura del 2016. E al decimo con il volume doppio, che a questa aggiunge la versione precedente, datata 2005.

  

Chi voleva obiettare alla parola “miracolo”, rifletta. Chi altri poteva trasformare un popolo non troppo incline alla lettura in un popolo di filologi? Del tutto involontariamente, peraltro. All’età di ottant’anni, Andrea Camilleri aveva deciso che il destino del commissario Montalbano era nelle sue mani. Un compagno di viaggio che ha dato tali e tante soddisfazioni non si poteva lasciare alla mercé di qualunque scribacchino intenzionato a farsi bello con le piume altrui, scrivendo un seguito apocrifo. Come è capitato, per fare solo un paio di nomi, a Jane Austen o a Margaret Mitchell.

  

Bisognava mettere Montalbano al riparo. Almeno quello di carta. Più difficile impedire ai produttori e agli sceneggiatori di proseguire l’avventura in tv, con l’attore Luca Zingaretti come garanzia di continuità. Far morire un personaggio di carta spesso porta sfortuna allo scrittore, quando non viene costretto a fare marcia indietro, come capitò a Conan Doyle con Sherlock Holmes. Neppure la pensione sembrava a Camilleri un’alternativa praticabile.

   

Si era impegnato a non far finire Montalbano né al cimitero né all’ospizio, sarebbe un’indecenza svelare se la scommessa è riuscita. “Riccardino” è tutto vostro, con la sua lingua ostica. Al punto che gli svarioni di Catarella non funzionano più come intermezzo comico: che sarà mai uno che dice “proposta indigente” in un romanzo dove leggiamo “gliel’avrebbi fatto smorcare” o “gli fagliava la gana”, e “mallitto camio” sta per “maledetto camion”. Pare di essere finiti dentro “Orcynus Orca”, non nel romanzo di uno scrittore ostinatamente battezzato “il Simenon italiano”. Nella lunga marcia dal bestseller all’Arte, un po’ di meta-romanzo non guasta. L’Autore chiama Montalbano al telefono, discutono chi è il pupo e chi il puparo (non sono d’accordo mai). Serve un Doppio? Arriva il Montalbano televisivo. Ed è subito Pirandello.

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