Giuditta I di Gustav Klimt

Cos'è la bellezza?

Onelia Onorati

A Roma, nella sede della Fondazione Exclusiva, un dibattito sul concetto di bello e sulla possibilità di estenderlo ai luoghi legati alla nostra salute

Cos’è la bellezza? Un'immagine personale della realtà o qualcosa di oggettivamente riscontrabile? Sono domande che hanno attraversato secoli. Domande al centro del dibattito organizzato dalla Fondazione Exclusiva in collaborazione con la Fondazione Atena Onlus che ha analizzato l'impatto della bellezza nella ricerca, nella cura, nel benessere, nella generatività sociale. Fino a capire cosa succede quando questa bellezza viene applicata alla sanità, come accade nelle Case della salute in Europa e in Italia (Toscana, ma presto anche nella regione Lazio).  

 

A discuterne l’artista Andrea Pirri che trae ispirazione soprattutto dal brutto, studiando con attenzione i contrasti del degrado nelle città, il neurochirurgo Giulio Maira, che ha spiegato come questa percezione si forma nel cervello, lo psicologo Ugo Morelli che ne ha analizzato l'aspetto “sociale”. 

 

“E’ un fatto interattivo – ha spiegato Morelli, professore di psicologia della creatività e innovazione – risiede nel non accontentarsi di ciò che esiste ma nel tentare di migliorare prassi ormai date per scontate”. Andare oltre il conosciuto e il sedimentato, dunque, fa della bellezza un atto profondamente umano. Che risiede nel rapporto tra esseri umani: “È una risonanza tra io e l’altro, tra io e il mondo, che di fatto amplia la concezione di cosa ognuno sente di essere”

 

Giulio Maira, neurochirurgo autore di numerose scoperte sul cervello e molto attivo nel sociale con Atena Onlus, ha invece incentrato il suo intervento sul livello sensoriale: “Ci sono opere d’arte, come la Giuditta e Oloferne di Klimt, che più di altre sanno innescare il processo di percezione della bellezza liberando elementi chimici in grado di sollecitare la memoria e rimanere impressi più a lungo, per i quali ha comunque un ruolo fondamentale l’emotività. Il nostro cervello possiede meccanismi per apprezzare il bello ma anche riconoscerlo per poter poi ripetere l’esperienza, in cui sono coinvolti i cosiddetti neuroni specchio”. E a partire da questa analisi che Maira immagina un altro sistema di wellness sanitario, che diffonda un benessere per tutti: “C’è bellezza tutte le volte in cui facciamo qualcosa che aiuta il prossimo. Tutto il nostro mondo è permeato di bellezza e simmetria, basta guardarsi attorno per scoprirlo negli elementi della natura e nelle opere dell’uomo, dalle conchiglie dal mare, ai semplici fiori di campo, a un cielo stellato, alle opere degli artisti e dei costruttori di tutti i tempi”.

 

Scettico nei confronti del potere salvifico della bellezza è invece l’artista Alfredo Pirri: “Non dimentichiamo luoghi come Auschwitz in cui per un’idea assoluta di ordine e bellezza sono stati perpetrati danni all’umanità”. “Anche le nostre città sono permeate da situazioni di grande degrado - ha proseguito -, fonti di ispirazione anche queste per una transizione verso la bellezza”. Partendo da un’idea di decadenza Pirri ha costruito tante sue opere, come quelle che hanno tratto ispirazione dal cemento armato che si sgretola rivelando la sua armatura arrugginita: “La bellezza è una lotta tra il bello e il brutto in cui non siamo mai certi di cosa sia l’uno e cosa sia l’altro”.

 

Al fondo di tutto questo rimane però la necessità di avere più tempo per godersi la bellezza. “La nostra è una società liquida – ha dichiarato il presidente della Fondazione Exclusiva Fabio Mazzeo, parafrasando Zygmunt Bauman - Dobbiamo fermarci a pensare, attendere per poter gustare la bellezza”.

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