Marina Ripa di Meana (Foto LaPresse)

Marina Ripa di Meana contro il neoconformismo gay che tace sull'islam

Annalisa Chirico
"Oggi la vera persecuzione contro le persone omosessuali non si consuma in occidente ma nei paesi a maggioranza musulmana", dice Marina Ripa di Meana, stilista e socialite, madrina ante litteram delle primissime manifestazioni di orgoglio omosex.

Roma. La strage di Orlando, il tappeto di corpi crivellati dal fondamentalismo islamico e l’appello del direttore del Foglio per un ‘gay pride speciale contro gli orrori dell’islamicamente corretto’. Chissà se Marina Ripa di Meana, madrina ante litteram delle primissime manifestazioni di orgoglio omosex, prenderebbe parte a una sfilata ispirata alle parole di Ayaan Hirsi Ali: “Nessuna dottrina è più violenta contro la comunità gay della dottrina islamica”. “Ci verrei di corsa – esordisce lei – Vogliamo dirlo che oggi la vera persecuzione contro le persone omosessuali non si consuma in occidente ma nei paesi a maggioranza musulmana?”. Gay buttati giù dai minareti, linciati per strada, imprigionati e condannati a morte. Eppure la voce ufficiale del mondo lgbt si ostina a parlare di omofobia, non già di integralismo islamico.

 

“E’ la solita storia – prosegue MRP – Riconoscere che il problema è l’interpretazione integralista dell’islam non è congeniale al vero obiettivo della mobilitazione gay contemporanea: l’autoghettizzazione. Io sono considerata un’icona gay, ho partecipato ai primi gay pride vent’anni fa quando c’era effettivamente una battaglia politica da combattere per conquistare parità di diritti. Ma al giorno d’oggi, dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, quale sarebbe la disparità tra gay ed etero?”.

 

Per paradosso, alle coppie etero che non desiderino contrarre il vincolo del matrimonio è impedito unirsi in un’unione civile riservata esclusivamente alle persone dello stesso sesso. “Per giunta, le unioni civili gay non prevedono obbligo di fedeltà, una previsione dovuta alla consapevolezza che gli omosessuali tendono a una maggiore promiscuità. Noi etero invece siamo tenuti, formalmente, all’obbligo di fedeltà coniugale. Sia chiaro: io non giudico, sono un’antimoralista, per me ognuno può gestire la propria vita intima come meglio crede. Però domando: dove alberga oggi questa presunta disparità di diritti?”.

 

Lei non ha partecipato all’ultimo Gay pride romano. “Manco da qualche anno perché la manifestazione si è ridotta a una baracconata a metà tra il ridicolo e il grottesco. Non vi è più nulla di trasgressivo, è un tripudio di conformismo”.

 

In una recente puntata del “Maurizio Costanzo Show” si è notata una distanza siderale tra lei e l’attore gay Leo Gulotta. “Io ho solo detto che sono contraria a matrimoni e adozioni gay. Sono stata inondata da decine di messaggi da parte di amici gay indignati. Un tale mi ha scritto: ora parteggi anche tu per l’Isis? Se non sei d’accordo con loro, diventi un voltagabbana. La verità è che il movimento omosessuale delle origini aveva un dna anticonformista, oggi i gay si sono imborghesiti, anzi sono più borghesi dei borghesi e reclamano l’omologazione che io ho avversato in tutta la mia vita. Non scorgo più indizi di trasgressione. La missione politica si è esaurita”.

 

Colpisce, ogni volta, il tentativo di deislamizzare la vicenda di sangue. Su Twitter Christian Rocca ha cinguettato: “Li uccidono perché gay, vignettisti, rockettari, ebrei, cristiani. Finito di relativizzare col dito, ricordiamoci che indica la mezzaluna”. “Sappiamo dalla notte dei tempi che l’islam discrimina gay e donne. Il Corano è esplicito. Ma è più comodo prendersela con l’omofobia occidentale piuttosto che ammettere che c’è un gigantesco problema con l’islam. Il mondo gay si allinea al politicamente corretto crogiolandosi in un vittimismo compassionevole al solo scopo di ottenere privilegi per legge”.

 

La scomunica gay non si farà attendere. “Che vuole che me ne importi. Fanno i perseguitati, non si sa da chi. Qualcuno avrà pure sofferto da piccolo ma in tutte le famiglie si celano storie di dolore, non esistono famiglie felici. E al giorno d’oggi è meglio nascere gay che perdere prematuramente un genitore. In un paesino è più difficile vivere la propria omosessualità, d’accordo, ma io conosco fior di intellettuali, registi, premi Nobel apertamente gay che hanno ricevuto soddisfazioni e gioie dalla vita”.

 

Nel primo discorso alla Casa Bianca dopo la strage Obama ha parlato di “hate”, generico odio, senza mai pronunciare la parola “islamista”. “Credo che lui abbia un problema con le sue origini, c’è una parte di sé che lo condiziona. Alle prossime elezioni presidenziali mio marito (Carlo RPM, nda) voterebbe Trump, io invece sarei in forte imbarazzo e mi asterrei, esattamente come farò a Roma”.

 

Ospite con lei al “Costanzo show”, Vittorio Sgarbi l’ha definita una “fica trionfante” e ha confidato che vorrebbe essere l’ultimo uomo a giacere con lei. “La prendo come una galanteria, un’iperbole sgarbiana. Sono stata con più di 250 uomini: alla mia età non mi resta che il ricordo”.

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