Superman e Batman

Tutto quello che c'è da sapere su Batman v Superman

Stefano Priarone
Il film diretto da Zack Snyder uscirà in Italia il 23 marzo. Origini e mito dei due fumetti più famosi della DC Comics e dei loro supereroi che sono diventate icone non solo della società americana.

Il presidente Erdogan è quello che è, ma la compagnia di bandiera turca fa sognare. Soltanto con le Turkish Airlines, infatti, si può andare a Gotham City da Batman o a Metropolis da Superman. “Turkish Airlines, la compagnia che vola in più Paesi di ogni altra è lieta di presentare una nuova destinazione, Gotham City!” recita infatti un loro recente spot. “Non c’è mai stato un momento migliore per visitare la nostra città” ci informa l’affascinante Bruce Wayne, il miliardario più famoso di Gotham (Ceo della Wayne Enterprises). Dello spot esiste anche la versione su Metropolis, nella quale parla invece il ricco Lex Luthor.

 

 

Il commercial, una sorta di sogno nerd (tutti sanno che Bruce Wayne altri non è che Batman, evocato nello spot come “celebrità locale”, mentre Luthor è il nemico per eccellenza di Superman) serve per promuovere il film “Batman v Superman: Dawn of Justice” diretto da Zack Snyder, che in Italia uscirà il 23 marzo, interpretato da Ben Affleck (Batman) e Henry Cavill (Superman) con il quale la DC Comics spera di poter controbattere al successo dei film della Marvel, i vari “Iron Man”, “Avengers”, “Capitan America”, “Ant-Man”.

 

 

“Mi piace che il design delle due città nel film confermi la mia teoria secondo la quale Metropolis è New York e Gotham City è Philadelphia”, dice al Foglio il critico statunitense Adam McGovern. “Ben Affleck, malgrado le proteste del fandom quando era stato scelto per il ruolo, sembra un grintoso e torvo Bruce Wayne/Batman, mentre avevo già visto che Cavill possedeva il necessario carisma per fare Superman”.

 

 

La Marvel così come la conosciamo nasce negli anni Sessanta, mentre le origini dei cosiddetti Uomo d’Acciaio e Uomo Pipistrello sono molto più lontane nel tempo. E, come spesso accade, i loro creatori non hanno beneficiato del grande successo dei personaggi.

 

Negli anni Trenta Jerry Siegel e Joe Shuster (nati entrambi nel 1914) sono due aspiranti fumettisti di Cleveland (il primo scrive, il secondo disegna), appassionati di fantascienza. Hanno l’idea per un nuovo personaggio, un eroe invincibile che sia un campione dei deboli e degli oppressi, un nuovo Golem (i due, come molti cartoonist statunitensi, sono di origine ebraica), stavolta non creato dal fango ma venuto dalle stelle. Nel 1938, a giugno, esce il numero 1 di Action Comics nel quale compare il primo vero supereroe, che combatte per la verità, la giustizia e il sogno americano: Superman, appunto, che ha immediatamente un grande successo. Il Golem del XX secolo nasce proprio quando la persecuzione antiebraica è fortissima anche perché siamo in una nuova era di forte antisemitismo (la seconda guerra mondiale e la Shoah sono alle porte).

 

Superman si può considerare un “immigrato”, come molti americani. Nasce sul pianeta Krypton, i suoi genitori sono lo scienziato Jor-El e la moglie Lara, il suo vero nome è Kal-El. Quando Jor-El capisce che il pianeta sta per essere distrutto e la comunità scientifica locale non gli dà ascolto, mette il figlio, poco più che neonato, su una navicella diretta verso la terra, per salvarlo. Inoltre, sa che la minore gravità terrestre e il suo sole giallo gli daranno fantastici poteri. La navicella atterra in Kansas, vicino all’immaginaria città di Smallville e viene ritrovata da Jonathan e Martha Kent, due coniugi senza figli che lo adottano. Superman può volare (persino nello spazio), possiede superforza e invulnerabilità, vista a raggi x e calorica, i suoi unici punti deboli sono la kryptonite (i resti radioattivi del suo pianeta) e la magia. Con il nome di Clark Kent fa il giornalista nella città di Metropolis, la sua fidanzata è la collega Lois Lane (che per decenni è innamorata di Superman e ignora la vera identità dell’imbranato Clark) mentre l’arcinemico è Lex Luthor, un potente e malvagio industriale volto alla conquista del mondo (in una saga uscita nel 2000 è persino diventato presidente degli Stati Uniti).

 

Superman diventa subito popolarissimo fra i ragazzini: ma di questo successo Siegel e Shuster vedono solo le briciole: hanno ceduto i diritti alla casa editrice (la National, detta poi DC Comics) e quando la citano in giudizio vengono licenziati.

 

“È tragico che Siegel e Shuster si sentissero derubati dalla casa editrice, l’idea ha tormentato la loro vita per decenni” dice al Foglio Gerard Jones autore di “Men of Tomorrow”, saggio dedicato alla nascita dell’industria fumettistica negli Stati Uniti incentrato soprattutto sulla vita dei creatori di Superman. “Ed è tragico anche perché non c’era stato nessun furto. Avevano firmato un contratto con l’editore in base al quale cedevano i dritti del personaggio in cambio di due anni di lavoro. Dopo il successo di Superman si sono pentiti amaramente della loro scelta, non potevano accettare la scelta che avevano fatto, il che è ben più tragico dell’essere stati vittime di un furto".

 



 

Grazie all’interessamento di Jerry Robinson, storico disegnatore di Batman (che riesce a coinvolgere i suoi illustri vicini di casa Kurt Vonnegut e Norman Mailer e cura in prima persona il negoziato con la casa editrice – l’avesse condotto Siegel le sue chance vittoria sarebbero state ancora scarse), negli anni Settanta si arriva a un accordo: la DC garantisce a Shuster (che scompare nel 1992) e a Siegel un vitalizio e il riconoscimento della paternità del personaggio su tutte le pubblicazioni cartacee e su film, telefilm e cartoni animati. Siegel muore il 28 gennaio 1996. Durante il suo memoriale Jerry Robinson, che vent’anni prima lo aveva fatto accreditare, dice: “Per troppi anni Jerry si era perso nella foresta. Ma alla fine è tornato a casa”.

 

Batman invece, nasce dalla pulp ficton tanto amata da Quentin Tarantino: Bruce Wayne diventa un giustiziere dopo aver visto da bambino i genitori essere massacrati all’uscita del cinema. Passa anni ad allenarsi e, grazie alle sue ricchezze, che gli permettono di avere gadget tecnologici all'avanguardia (e una macchina spettacolare, la Batmobile), passa le notti a combattere i criminali di Gotham City: avversari spesso pittoreschi, come il Joker con la faccia da inquietante clown.

 

Il personaggio appare per la prima volta sul numero 27 di “Detective Comics”, con data di copertina primavera 1939, e all’inizio è un giustiziere spietato, un Charles Bronson o Harry Callaghan ante litteram, che non esita a uccidere.

 

Ufficialmente ancora oggi sugli albi a fumetti c’è la dicitura: “Batman creato da Bob Kane”. Ma la realtà è piuttosto diversa. I testi sono di Bill Finger, amico d’infanzia di Bob, ma il giovanissimo disegnatore Kane era andato dagli editori della National (che si chiamerà DC proprio in onore della collana “Detective Comics”) con i genitori che si erano subito rivolti a un avvocato. E così per oltre trent’anni (muore nel 1974) Finger scrive le storie di Batman, frustrato per non esserne riconosciuto il creatore e depresso anche per la scarsa considerazione che all’epoca hanno gli sceneggiatori di comics, visti come romanzieri mancati, mentre Kane si godeva il successo, affidando i disegni a ghost di talento come Jerry Robinson.

 

A Finger è dedicato il Finger Award, premio che da anni viene dato allo sceneggiatore americano di fumetti più meritevole e in “Batman V Superman” finalmente viene accreditato come co-creatore del personaggio.

 

Se gli eroi della Marvel sono supereroi con superproblemi, Superman e Batman sono delle icone. Come osservato da Quentin Tarantino in “Kill Bill vol.2”, Clark Kent non esiste: è Superman che finge di essere un pavido reporter, mentre Spider-Man è essenzialmente lo stressato fotografo freelance Peter Parker con un costume. E, in quanto icone, sono flessibili: Batman può essere lo stolido collaboratore della polizia nella serie televisiva demenziale degli anni Sessanta interpretata da Adam West, oppure il vigilante maledetto di una metropoli senza legge come in “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” la saga scritta e disegnata da Frank Miller che nel 1986 ha rivitalizzato il personaggio. Superman può anche essere visto come un’icona di come vorrebbe rappresentarsi la superpotenza statunitense: è potente, ma opera solo per il Bene. Quando l’Uomo d’Acciaio muore nel 1992 (solo temporaneamente, come si può intuire), la notizia ha un grande risalto mediatico e l’albo della morte vende oltre due milioni di copie.

 



 

Se nei vecchi cartoni animati (esiste anche un episodio di Scooby-Doo con Batman e il suo socio Robin) e nei fumetti degli anni Sessanta e Settanta  i due vengono dipinti come amiconi, sono in realtà piuttosto diversi: nella saga di Miller Superman è un cieco difensore dell’ordine costituito, mentre Batman è un eroe libertario (anche se da sinistra molti, abbagliati, lo prendono per fascista) e il nuovo film gioca appunto sulle differenze fra le loro filosofie di vita, nonché fra i poteri: Batman è privo di superpoteri, a differenza del quasi invincibile Superman, ma è molto più furbo di lui. Alla fine però, dopo essersi combattuti, seguendo un cliché inaugurato proprio dalla rivale Marvel, i due saranno costretti ad appianare le proprie divergenze per combattere un pericolo comune: è probabilmente anche l’auspicio dell’America, mai così divisa in questo anno elettorale.

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