Scassastoviglie

Annalena Benini
Se appartenete alla categoria dei caricatori occasionali di lavastoviglie, che di tanto in tanto, per senso di colpa o per desiderio di novità, si offrono di occuparsi dei piatti e anche della bistecchiera, siate così saggi da leggere bene qui, forse salverete il vostro matrimonio.

Se appartenete alla categoria dei caricatori occasionali di lavastoviglie, che di tanto in tanto, per senso di colpa o per desiderio di novità, si offrono di occuparsi dei piatti e anche della bistecchiera, siate così saggi da non pretendere di emettere nuove linee guida, ma obbedite ottusamente alle istruzioni che vi vengono date, anche se sono regole che sovvertono ogni logica e prevedono padelle accatastate l’una sull’altra. La guerra per il caricamento della lavastoviglie, infatti, è troppo pericolosa per essere combattuta e vinta senza spargimento di sangue, minacce di divorzio e bicchieri opachi che verranno utilizzati contro di voi.

 

Soprattutto: se non volete che la vostra famiglia si divida per la questione delle lame (lame dei coltelli verso l’alto o lame dei coltelli verso il basso nel cestello delle posate), aspettate, acquattati in un angolo, che la lavastoviglie abbia finito il suo ciclo e svuotatela immediatamente, lontano da sguardi indagatori, non importa se i piatti scottano, in modo che nessuno possa rinfacciarvi di non avere lasciato spazio fra le ciotole e causato la trasformazione dei cucchiai in nidi per rimasugli di cibo. Dicono che la lavastoviglie sia il misuratore dell’aggressività all’interno di una coppia, il terreno di scontro di due visioni contrapposte della vita, il luogo in cui razionalità, ossessione e sciatteria si incontrano e fanno a botte (naturalmente, se siete fra coloro che aprono la lavastoviglie più volte durante il lavaggio, per infilare bicchieri dimenticati o prendere padelle, sapete di essere già nel punto più basso della scala sociale dei lavapiatti e non oserete esprimere opinioni).

 

[**Video_box_2**]Ma adesso che Bosch ha diffuso un video con il metodo perfetto, scrive il Times, per riempire la lavapiatti, con alcune rivelazioni sconvolgenti – il prelavaggio a mano sarebbe controproducente perché lascia troppo in ozio il detersivo, che a quel punto deve per forza attaccarsi a qualcos’altro, visto che non esiste sporco da disintegrare, e così macchia e graffia i bicchieri e, una volta per tutte: le lame dei coltelli vanno posizionate vero il basso – dovremmo tutti azzerare le nostre rivendicazioni su accatastamento o separazione delle stoviglie, e accettare con serenità di avere sempre sbagliato: le ciotole a faccia in giù bloccano il flusso dell’acqua, vanno inclinate e rivolte verso l’interno. E se tu ti ostini a mettere in lavastoviglie lo scolapasta sotto la pentola, non è perché non mi ami, è una richiesta di aiuto. I pranzi di Natale sono il momento più pericoloso, quello in cui si scontrano le diverse filosofie lavapiatti anche di cugini di terzo grado, e allora si simulerà tolleranza, si ingoieranno sorridendo consigli sulla pulizia del filtro e sul bicarbonato, si fingerà di non aver notato quella forchetta incrostata di arrosto, si sopporterà la contaminazione fra piatti fondi e piatti piani, gridando interiormente: famiglie, io vi odio. Fino a che una zia provvidenziale chiederà un paio di guanti di gomma, perché lei delle lavastoviglie non si fida e preferisce lavare tutto a mano.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.