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La "silenziosa" invasione cinese va in onda

Redazione

In Toscana (e a Milano) andrà in onda China Fm, un'emittente affatto distante dall'influenza di Pechino. Ecco perché

Roma. Nella regione con una delle comunità cinesi più grandi e coese d'Italia comincerà a trasmettere per la prima volta una radio esclusivamente in mandarino. In Toscana andrà in onda China Fm, un'emittente affatto distante dall'influenza di Pechino.

 

Alcuni giorni fa, in Australia, è stato pubblicato un libro del professore Clive Hamilton dal titolo tutt'altro che rassicurante. “L'invasione silenziosa. L'influenza della Cina in Australia”. Secondo Hamilton occorre introdurre delle misure per cercare di limitare i diritti dei cinesi che vivono nel paese, ma anche intervenire per risolvere problemi strutturali come la dipendenza economica dalla Cina. 

  

Certo, il caso australiano è molto particolare. Secondo l'Istituto statistico nazionale, a giugno del 2016 i cinesi in Australia erano 526.000 (la comunità più numerosa dopo inglesi e neozelandesi), il 2,2 per cento della popolazione totale che è di poco più di 24 milioni. Ma soprattutto, dal 2006, sono cresciuti dell'8 per cento e hanno ridotto la loro età media passata da 38.7 a 34.7 anni.

 

In Italia la situazione è molto diversa. Al 1 gennaio 2016, i cinesi regolarmente residenti erano 333.986. Terza nazionalità dopo marocchini (510.450) e albanesi (482.959). Difficile usare termini apocalittici “invasione silenziosa”. Certo, la Toscana, ha il “caso di scuola” della provincia di Prato. Ma anche Roma e Milano, ormai, hanno le loro Chinatown. 

 

Non è un caso, quindi, che proprio in Toscana e in Lombardia, sia iniziata, da alcuni anni, una piccola rivoluzione radiofonica cinese. Alcuni giorni fa la Nazione di Firenze ha annunciato la nascita di China Fm, prima stazione radio in mandarino. Un cambiamento significativo visto che fino ad oggi iniziative di questo tipo erano legate soprattutto al web (a Prato esiste dal 2016 la web radio radioitaliacina.com). D'ora in avanti, invece, basterà collegarsi sulle frequenze prima occupate dalla fiorentina Radio Cuore (107.90) per ascoltare musica e notizie made in China.

 

Il progetto fa parte dello sviluppo di Italian International Radio & Media (IIRM), società con sede a Milano che, secondo quanto riferisce la Nazione, fa capo al gruppo asiatico HMI che possiede frequenze radio in diverse parti del mondo. Il capitale sociale di IIRM è per il 99,68 per cento detenuto dalla Globalstars Media Limited, società con sede a Cipro e non è la prima volta che questo nome compare nelle cronache italiane. Nel 2014 la IIRM aveva infatti siglato un contratto di joint venture con Class Editori per controllare Radio Cina Italia. L'operazione, spiegava il comunicato dell'epoca, veniva realizzata “nell’interesse di China Radio International CRI”, emittente di stato cinese, e portava alla creazione di una newco partecipata al 49 per cento da Radio Class e al 51 per centro da IIRM.

  

Qualche mese dopo Italian International Radio and Media aveva invece acquisito da Mediatech il ramo d'azienda (infrastruttura tecnica e concessione) dell'emittente Radio Milano

La Cina è vicina. Così vicina che se ne sente la voce.