Un richiedente asilo iracheno è stato arrestato per terrorismo a Crotone

Redazione

Secondo le indagini, avrebbe fatto propaganda per lo Stato islamico e istigato alcuni inquilini del centro Sprar a combattere per il Califfato: "Agli infedeli va tagliata la gola"

In una complessa operazione antiterrorismo, gli agenti della Digos di Crotone hanno arrestato questa mattina un richiedente asilo iracheno di 29 anni, ospite del centro d'accoglienza di Isola Capo Rizzuto, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere. L'uomo guardava video dello Stato islamico e inneggiava alle stragi, in più occasioni avrebbe apertamente manifestato la sua appartenenza al Califfato. Un soggetto, dicono gli inquirenti, "particolarmente violento e pericoloso, dedito alla quotidiana visione di video oltremodo cruenti riconducibili all'estremismo islamico".

     

Sul suo profilo Facebook esultava inneggiando al "jihad" mentre postava filmati che esaltano gli attentati terroristici eseguiti da affiliati dall’Isis in tutto il mondo, compreso quello compiuto a Manchester il 22 maggio scorso, che ha provocato 23 morti e 122 feriti. Aveva chiesto asilo in Italia come rifugiato politico da un paese in guerra, ma in realtà la sua missione era reclutare potenziali combattenti: nel corso di una conversazione captata dagli inquirenti, l'uomo disse alla sorella che, nonostante qualcuno gli avesse chiesto di rientrare in Iraq per prendere parte attivamente alla "guerra santa", la sua condivisione ai principi sottesi al jihad, lo avrebbe spinto a rimanere in Italia in quanto la sua missione sarebbe stata quella di "redimere gli infedeli", dicendo espressamente, che "a queste persone dovrebbe essere tagliata la gola".

  

Le indagini, coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Catanzaro diretta dal procuratore capo Nicola Gratteri, “hanno permesso di riscontrare come l'arrestato istigava alcuni inquilini del centro Sprar di Crotone a partecipare all'organizzazione Isis e a perpetrare atti violenti con finalità terroristiche”. Sul telefono cellulare trovato addosso all'iracheno c'erano fotografie della questura di Crotone, del questore, Claudio Sanfilippo, e di diversi  funzionari di polizia. Nei mesi scorsi, aggiungono gli investigatori, l’uomo si era recato anche a Roma "per capire" a che livello fosse la sicurezza nella Capitale.


L’operazione delle forze di sicurezza italiane rappresenta “un successo investigativo molto importante che fa seguito a un lungo lavoro di indagine condotto con grande professionalità”, ha dichiarato il ministro dell'Interno Marco Minniti nel congratularsi con il capo della polizia, Franco Gabrielli. Il titolare del Viminale sottolinea che “la nostra polizia, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha svolto un ottimo lavoro a conferma che il sistema di prevenzione e sicurezza sta funzionando”.

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