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L'attentatore di Manchester "potrebbe non aver agito da solo". Cinque gli arresti

Redazione

Theresa May alza il livello d'allerta antiterrorismo a critico: c'è la possibilità di nuovi attentati imminenti. Si indaga sull'ultimo viaggio in Libia di Salman Abedi

Il ministro dell’Interno britannico, Amber Rudd, ha detto oggi in mattinata che è “probabile” che Salman Abedi, l’attentatore di Manchester, abbia avuto dei complici. L’attacco “è stato più sofisticato di altri attacchi precedenti, ed è probabile, o meglio possibile, che non l’abbia portato a termine da solo”. Questa mattina a Manchester la polizia ha arrestato tre persone e nel pomeriggio un altro uomo è stato fermato a Wigan. Il fratello di Abedi era stato arrestato ieri. In totale sono le cinque le persone trattenute dalla polizia. 

 

La polizia e l'intelligence britannica stanno cercando di stabilire se nel suo ultimo viaggio nel paese africano Abedi sia stato addestrato in un campo jihadista. Un collega dell’Università di Salford, a cui anche Abedi era iscritto, ieri ha detto agli investigatori: “Era andato in Libia tre settimane fa ed era tornato da pochi giorni”.

Ieri sera, al termine della riunione con il comitato d'emergenza, Theresa May ha alzato il livello di allerta terrorismo in Gran Bretagna da "grave" a "critico", ossia il livello massimo, segno che l’intelligence britannica considera probabile la possibilità di nuovi attentati imminenti.

 

E' la terza volta che nel Regno Unito raggiunge il livello massimo dell’allarme antiterrorismo da quando il sistema è stato introdotto: la prima fu nel 2006, dopo che era stato sventato un complotto per far esplodere in volo aerei passeggeri in rotte transatlantiche con esplosivi liquidi; la seconda nel 2007, quando un uomo cercò prima di compiere un attentato in una discoteca, per poi schiantarsi con la sua auto piena di bombole di gas propano contro una porta del terminal l’aeroporto di Glasgow, in Scozia.

 

Nella notte di lunedì Abedi, in un attacco suicida, ha ucciso 22 persone e ne ha ferite una sessantina, di cui almeno venti in condizioni critiche, al termine di un concerto di Ariana Grande alla Manchester Arena.

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