Alcuni degli sfollati a Visso (foto LaPresse)

Nella notte un altro centinaio di scosse nell'Italia centrale

Redazione
Quasi tutte di magnitudo pari o di poco superiore a due, undici fra 3 e 3.5. Alle 4.13 del mattino, la scossa più forte di magnitudo 3.5 in provincia di Macerata. Renzi: "Niente tende, non prendiamoci in giro". Padoan a Bruxelles: "In Italia c'è un'emergenza"

Le scosse di terremoto registrate stanotte dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia fra le Marche e l'Umbria ammontano a un centinaio. Quasi tutte di magnitudo pari o di poco superiore a due, undici fra 3 e 3.5. Alle 4.13 del mattino, la scossa più forte di magnitudo 3.5 in provincia di Macerata a dieci chilometri da Ussita e tre da Fiordimonte e Fiastra. Poi un'altra alle 5, sempre nel maceratese, di magnitudo 3.4.

 

"Le persone sfollate, che necessitano di assistenza e alloggio alternativo, superano quelle dell'evento sismico del 24 agosto scorso", recita una nota diffusa ieri dalla Protezione civile della Regione Marche. Le verifiche sono in corso, mente si aggravano le segnalazioni di danni che provengono dal territorio. A Treia (Macerata) risultano lesionati il Santuario del Santissimo Crocifisso e il Comune, chiuso l'albergo cittadino, inagibili le sei scuole locali. Gli sfollati comunicati sono 160. Il punto è stato fatto nel corso della riunione serale del Centro operativo regionale (Cor) presso la Sala operativa unificata della protezione civile della Regione Marche.

 

Sono molti i gesti di solidarietà verso i terremotati. Venerdì pomeriggio le ferrovie metteranno a disposizione, sul binario 1 - direzione Fognino della stazione di Fabriano, cinque carrozze letto, con oltre duecento posti disponibili, per ospitare sfollati, in collaborazione con il locale Dopolavoro ferroviario. La Coldiretti regionale ha inviato duemila panini per le esigenze dei comuni marchigiani terremotati. Oltre ai volontari delle province interessate dal sisma, nelle aree colpite sono attivi quelli della provincia di Ancona, mentre sono stati allertate le altre province, in particolare Pesaro e Urbino. Intanto, sul fronte meteo si prevedono condizioni a medio termine stabili, con calo termico notturno.

 

Giovedì pomeriggio, il premier Matteo Renzi si è recato nelle zone colpite dal sisma. Disdetti gli impegni precedenti, che oggi lo avrebbero portato in Veneto, il presidente del Consiglio è volato a Camerino, in provincia di Macerata: un borgo arrampicato su un colle, con una storica università, frequentatissima dagli stranieri, dove è crollato il campanile, con moltissime case inagibili e quasi 5 mila sfollati.

 

"Ricostruire presto e in modo serio: sono ottimista che riusciremo a farlo", ha detto visitando il paese. Per poi aggiungere, durante una riunione con i vertici della Protezione Civile, con il ministro Graziano Delrio, il sindaco del paese e altre autorità locali che "non possiamo immaginare di fare l'inverno in tenda, non bisogna metterle nemmeno le tendopoli. Questo è l'obiettivo. Vediamo come fare nei prossimi giorni". Un punto cruciale da cui ripartire è proprio l'Università: non solo perché è un simbolo, ma anche perché i suoi studenti sono parte cruciale della linfa vitale di questo territorio, sia per il rapporto con il borgo che per le risorse che portano alle attività commerciali.

 

Venerdì, in serata, anche il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nella risposta alla richiesta di chiarimenti dell'Ue sulla legge di Stabilità presentata dall'Italia, ha chiarito che lo sforamento dei target di bilancio è motivato, oltre che dalla crisi dei migranti, anche dall'emergenza sismica nell'Italia centrale. Bruxelles ha chiarito che "i costi per l'emergenza a breve termine in risposta a catastrofi naturali importanti possono essere considerati eccezionali e quindi esclusi dal calcolo degli sforzi strutturali di uno Stato durante la valutazione del rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita". Ma sulla flessibilità invocata dal governo per mettere in sicurezza l'intero territorio italiano la discussione resta aperta.