Ha stato l'UGAIMTTTNC!

Chi c'è dietro la pazza storia della targa di Carlo “Azelio” Ciampi

Gianluca De Rosa

A Roma esiste un “Ufficio Gestione appalti di installazione e manutenzione targhe toponomastiche e targhette numeri civici”. È qui che è approdato il fascicolo per l’intitolazione di una via all'ex presidente. Non è andata benissimo. E in Campidoglio adesso ce l’hanno con loro

Quando sono arrivati, poco prima dell'inizio dell'evento, gli uomini le donne del cerimoniale della sindaca Virginia Raggi non volevano crederci. “Ma manca una G!”. La chiamata è partita all'istante “Correte bisogna cambiare la targa”. Che ci fosse qualcosa di strano i cronisti che giungevano al nuovissimo Largo Ciampi lo hanno capito subito. All'ingresso della corsia preferenziale del lungotevere che porta allo spiazzo, proprio sotto all'Aventino, un signore fuori da un furgoncino bisticciava con gli agenti della municipale che avevano interdetto il traffico: “Devo entrare assolutamente, dobbiamo aggiustare la targa”. Intanto davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Senato Elisabetta Casellati e al presidente della Camera Roberto Fico, l’ex premier Giuliano Amato aveva già cominciato a ricordare il suo illustre successore a palazzo Chigi. Decisamente troppo tardi per il cambio. L’inaugurazione dunque finisce prima, il capo del cerimoniale capitolino tenta di mettere una pezza che risulta peggiore del buco: “La targa si è danneggiata nel montaggio dobbiamo sostituirla”. Il drappo giallorosso non viene sfilato, ma i fotografi approfittando della trasparenza immortalano comunque il clamoroso e imbarazzante refuso.

  

 

A Roma esiste un ufficio. Ha un nome molto lungo “Ufficio Gestione appalti di installazione e manutenzione targhe toponomastiche e targhette numeri civici”. Non aiuta neanche l'acronimo UGAIMTTTNC.

 

Si trova all'interno di un grande palazzo comunale in via della Greca – ironia della sorte proprio un passo da quello che per qualche ora è stato Largo Carlo AzeLio Ciampi – dentro c’è un po’ di tutto: un pezzo di ragioneria capitolina, l'ufficio statistico, parte degli uffici dell'Assemblea capitolina, l'aula consiliare del I municipio, il I gruppo della polizia locale e, appunto, l’UGAIMTTTNC.

 

Si trova al quarto piano. Fuori le singole stanze sono distinte proprio come su una via: su ogni porta è affisso un civico stampato su carta con sfondo effetto ceramica. Un vezzo professionale. “Non possiamo dire niente rivolgetevi all'ufficio stampa”, spiegano i cinque dipendenti presenti. È qui che dopo l'approvazione della delibera di giunta è approdato il fascicolo per l’intitolazione di una via a Carlo Azeglio Ciampi. Lo scopo sociale dell’ufficio è spiegato chiaramente sul sito del comune: "Redazione degli atti per la realizzazione, installazione e manutenzione di targhe in marmo e alluminio con incarico di Responsabile Unico del Procedimento. Verifica, installazione, manutenzione e sostituzione delle targhe; supporto per l’organizzazione delle cerimonie di inaugurazione targhe in raccordo con cerimoniale dell’Ufficio Gabinetto della Sindaca". Non è andata benissimo. E in Campidoglio adesso ce l’hanno con loro

   

“Sulla delibera il nome è scritto bene”, ripetono dallo staff della prima cittadina accollando la colpa sull’l’UGAIMTTTNC e spingendo persino il consigliere grillino Paolo Ferrara a teorizzare il complotto. “Si avvicinano le elezioni e ormai si inventano tutto per fermare Virginia Raggi.  La targa con il nome sbagliato di Carlo Azeglio Ciampi non è un semplice errore. Vi sembra possibile? A me no”.

 

Possibile? “Molto difficile”, spiegano i marmisti di piazza del Verano e di Prima Porta. Sono loro, gli artigiani delle lapidi, a fare della toponomastica un importante collateral business. A loro in realtà la faccenda arriva proprio alla fine. A proporre i nomi per l’intitolazione di nuove vie è un apposita commissione Toponomastica interna al dipartimento Cultura: artisti, scienziati, politici, i nomi vengono vengono scelti e proposti alla giunta capitolina che, se d’accordo, li approva con una delibera e l’invia al prefetto per un giudizio di onorabilità. La palla passa quindi finalmente all’UGAIMTTTNC. E qui entrano in gioco i marmisti. Una targa di marmo con il nome di una via o di una piazza inciso su entrambe le facciate può costare tra i 200 e i 300 euro più Iva. A questo si aggiunge se necessario, come nel caso del nuovo largo Carlo Azeglio Ciampi, il palo, il supporto in ferro dove installare la targa. Il totale è comunque irrisorio. Ecco perché, spesso, gli affidamenti vengono fatti senza gara, assegnati di volta in volta a diversi marmisti. Alessandra Friuli che lavora nell'azienda di famiglia vicino al Verano e attiva da metà ottocento spiega: “Noi lavoriamo spesso con la Soprintendenza capitolina per targhe commemorative e quasi sempre il testo è più lungo di dell'intestazione di una via, ma la procedura che seguiamo è la stessa che usano tutti i marmisti della città e serve proprio ad evitare i refusi. Gli uffici ci inviano il testo, noi prepariamo un primo rendering della targa e lo mandiamo indietro, loro controllano se ci sono eventuali errori e ci danno il via libera”. Non finisce qui. “Poi, quando la targa è pronta il funzionario responsabile viene a vederla o le inviamo una foto in modo da fare un ulteriore controllo prima dell’installazione. Se tutti fanno attenzione, non si può proprio sbagliare”. Eppure questa volta qualcosa è andato storto. Non è che questi marmisti sono del Pd?

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