foto ansa

Contro mastro ciliegia

Più Lecco e meno Consip

Maurizio Crippa

Il giustizialismo orfano di Davigo ha una nuova star, il presidente del Lecco calcio Paolo Di Nunno, che ha chiesto di intercettare i suoi giocatori: potrebbero vendersi le partite. Po però si è pentito, come un Ceccherini qualsiasi. Bravo però: quelli delle bufale Consip ancora li aspettiamo

Certo che dopo aver perso per cause di condanna maggiore Minosse Davigo, che ascoltava i reati e infliggeva condanne definitive già in primo grado; certo che adesso che taluni suoi laudatores nonché specialisti nel trasformare le bufale Consip in condanne mediatiche preventive stanno messi anche peggio, in fatto di credibilità, uno che tenesse alta la bandiera dell’intercettateci tutti ci voleva. Ed ecco Paolo Di Nunno, imprenditore dei videogame e presidente del periclitante Lecco calcio, la squadra con lo stadio più panoramico d’Italia e peggio messa della B.

 

Dopo l’ennesima sconfitta, manco fosse un pm d’assalto ha elaborato una nuova teoria complottistico-manettara: intercettateli tutti, ma loro: “Del risultato mi interessa poco perché ormai siamo condannati a retrocedere”, ha detto, “piuttosto mi preoccupa altro. Ancora oggi nel calcio si vendono e si truccano le partite, ho paura di movimenti strani da parte dei nostri tesserati. Spero che mettano il telefono sotto controllo a tutti”. Dall’alto del suo secondo grado, il Dottor Sottile si sarà sentito rincuorato. Purtroppo però poi Di Nunno ha ritrattato,  “ho sbagliato” ha detto, come un Ceccherini qualsiasi. Bravo però: quelli del caso Consip ancora li aspettiamo.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"