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Contro Mastro Ciliegia

Al Capone al Meazza

Maurizio Crippa

La villa del boss nella Baia di Biscayne è stata abbattuta nonostante la Miami Design Preservation League avesse chiesto di non farlo. Il procuratore della Florida ha deciso che nessuno ha il diritto di imporre a un privato cosa debba o non debba fare della sua proprietà. A Milano va diversamente

La villa di Al Capone nella Baia di Biscayne, al 93 di Palm Ave. a Miami Beach, è stata abbattuta. Costruita in stile spagnolo da un industriale della birra nel 1922 (sette stanze, una piscina, una spiaggia privata e un molo), era stata acquistata dal mitologico Scarface nel 1928. Dopo lunghe traversie era stata acquistata per 15 milioni di dollari da un immobiliare nel 2021 che, giustamente, voleva mettere a frutto, in base a un legittimo interesse, la proprietà. Ma persino la Florida di Ron DeSantis deve assomigliare un poco all’Italia che s’indigna persino per l’affitto del Colosseo a Elon Musk. Anni fa Elle Decor aveva sostenuto una campagna per un restauro conservativo e per farne un “sito storico locale” e una petizione popolare aveva chiesto di vietarne la demolizione. Daniel Ciraldo, capo della Miami Design Preservation League aveva detto: “Non pensiamo che dovremmo cancellare la cultura”. Ma il procuratore ha deciso che nessuno, nemmeno la la Miami Design Preservation League, ha il diritto di imporre a un privato cosa debba o non debba fare della sua proprietà. Così va in America. Se erano più furbetti, chiedevano una perizia alla Sovrintendenza di Milano, e finiva come col Meazza.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"