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Contro Mastro Ciliegia

Il treno e la rabbia

Maurizio Crippa

"Ma di noi non ha mai avuto pietà nessuno, dallo stesso momento in cui ci hanno sbattuto nei peggiori quartieri”. Fa dire a un "Hassan" Repubblica in un articolo sui fatti di Peschiera del Garda. La denunica del ghetto, la necessità "di entrare nella loro testa". Ma i reati sono reati

Un po’ come quando si dice che la scuola va male per colpa delle presidi che censurano l’abbigliamento da rave party; un po’ come quando si dice che i giovani non trovano lavoro perché non c’è il salario minimo, ma non vanno bene nemmeno i contratti di categoria. Un po’ come tutte le volte che un fatto reale, o un problema vero, diventa una scusa. “Quello che è successo è vergognoso, quelle molestie sono terribili, ma possibile che i riflettori si accendono quando scoppia il caos? Si svegliano solo adesso scoprendo la rabbia e la violenza che molti ragazzi stanno sfogando? Ma di noi non ha mai avuto pietà nessuno, dallo stesso momento in cui ci hanno sbattuto nei peggiori quartieri”. Questo ha fatto dire, a un “Hassan (nome di fantasia)”, Karima Moual su Repubblica in un articolo di voci e sfoghi a proposito delle violenze razziali-sessuali avvenute sul treno che rientrava da un rave party sul Garda, intitolato “L’Africa a Peschiera”. E giusto l’articolo, ovviamente, e giusti gli sfoghi, ovviamente, di chi si vede confinato in un “ghetto”. Ed è giusto anche il pensoso monito che “basta parlarci, entrare nella loro testa”. Ma i reati sono reati, il resto è una excusatio troppo petita.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"