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contro mastro ciliegia

Paul Ginsborg e il danno fatto

Maurizio Crippa

Addio allo storico inglese che si fece italiano per amor di storia ma anche di politica. La sua visione da sinistra giacobina della nostra storia sfociò nei Girotondi, antesignani del populismo giustizialista e grillino. Ma lui almeno da quella deriva si tenne lontano

"De mortuis nihil nisi bonum", dicevano i latini, e del resto abbiamo già un gran daffare a dare quel che si meritano a certuni storici e prof vivi e ciarlieri. Così ci atterremo alla bella regola antica salutando Paul Ginsborg, bravo studioso inglese di storie italiane che tanto amò il nostro paese da venirci a vivere, con cattedra fiorentina, negli anni bui in cui veniva ridotto a casamatta di pm d’assalto. Venne non solo a studiare, ma persino a seminar gramigna politica. Perché l’italianità politica di Ginsborg è poi questa: l’idea di un’Italia moralmente corrotta, il riccastrismo e il berlusconismo come autobiografia della nazione, l’appello al repulisti giacobino “e soprattutto a una visione della magistratura come lucida forza cui sola si deve la sopravvivenza della nostra democrazia”, come scrisse sul Foglio Massimo Bordin con trattenuto sarcasmo. Lo scrisse ricordando di quando Ginsborg si fece protagonista, con Nanni Moretti, Pancho Pardi e Flores d’Arcais dei Girotondi, l’anteprima di quello che anni dopo sarebbe stato il grillismo. Dal quale Ginsborg, annotava Bordin, saggiamente si tenne distante. Ma ormai il guaio era fatto. Rip.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"