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contro mastro ciliegia

Petrocelli? Mejo di Giuseppi

Maurizio Crippa

Ora Sor Tentenna Conte, che non sa decidere manco se sia meglio Macron o Le Pen, lo vuole espellere dai 5 esse. Ma perché poi? In fondo il capo della commissione Esteri al Senato è l'unico rimasto fedele alla linea originale, agli inchini a Pechino e ora il sostegno a Putin. Lui è la vera essenza del grillismo 

Ridare l’onore a Vito Rosario Petrocelli da Taranto, senatore “maoista” (ipse dixit) e presidente per grazia ricevuta della commissione Esteri del Senato, che ha pure twittato “Buona festa della LiberaZione” come il più analfabeta dei troll russi? Anche no, ma va’ là! Aprirgli l’ufficio come una scatoletta di tonno e poi dimenticarsi che sia mai esistito, questo sì sarebbe un modo schietto per ridare un po’ d’onore al Senato. Però adesso che Giuseppi – Giuseppi che non sapeva chi scegliere tra Macron e Frau Blücher Le Pen; che non sapeva distinguere i soldati russi a Pratica di Mare, ma che pretende di saper distinguere tra armi di difesa e di offesa – lo vuole espellere dai 5 esse, be’, allora bisogna rendergli il fatto suo.

 

Petrocelli è in effetti l’unico grillino rimasto coerente con tutte quante le scemenze della prima ora, e soprattutto ad aver tenuto la barra in politica estera: fedele ai cinesi (la repressione nello Xinjiang? Balle americane) e ora alla Russia. Arrivò a sostenere che l’invasione dell’Ucraina manco ci fosse, e che l’Italia dovesse mantenere buoni rapporti (di sudditanza) con Mosca. “Non voterò per l’invio di armi a Kiev”, ha ripetuto. Un vero grillino, e del resto oggi l’Elevato ha ritrovato la parola: ma per esaltare Pechino. E quel Sor tentenna di Conte lo vuole espellere? Ma va’ là. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"