(foto Ansa)

contro mastro ciliegia

Castellitto ha ragione, ma per difetto: il Vietnam è Roma tutta

Maurizio Crippa

Quella su Roma nord è una battuta cercata, ma non trovata, Invece il tasso di rancore politico e risentimento sociale della città sono la vera condanna della Capitale. Forse Conte ha avuto paura di questo, altro che Calenda

Festeggio volentieri Sant’Ambrogio, inizio di un mese di feste per i milanesi, e intanto penso che su Roma abbia ragione Pietro Castellitto: però per difetto. Il Vietnam non è Roma nord, è Roma tutta, è la sua anima risentita e zuppa di rancore. Non per colpa dell’Ama, dell’Atac e via cantando. Ma perché è un città che non riesce a liberarsi dal suo autostrangolarsi, dall’odio di sé irrazionale, come un riflesso condizionato. Come può Gualtieri ripulire Roma (entro Natale? I primi a ridere rancido sono stati i netturbini) se non riesce nemmeno a scacciare lo spirito maligno di Bettini che gli si è posato in testa?

Conte se l’è fatta sotto, gli viene paura a candidarsi persino a Roma centro, non per Calenda ma perché ha sentito i cattivi odori del Pd dell’Urbe. Castellitto è un ragazzo triste come ogni ragazzo borghese, ha cercato una metafora per la sua vita. Senza trovarla. Ma fa più orrore la canea dei pirla (lombardismo) che si è avventata su di lui. Risentiti sociali di terz’ordine, “dura barcamenarsi tra gli slums di Corso Trieste e le bidonville dei Parioli”, il più sciatto come sempre Raimo. Per trovare un odio uguale sarebbe d’andare a Harlem, di notte. Ha vissuto con meno cattiveria Viperetta, popolano del Testaccio. A Roma lo conoscevano tutti, adesso hanno girato la faccia. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"