contro mastro ciliegia

Il Censis e il paese folle. Compreso Renatino

Maurizio Crippa

Se l'Italia fosse un film di Kusturica, il mantra sarebbe: "Ogni giorno sotto ogni riguardo regredisco sempre di più". Ogni anno si fotografa un paese sempre più sbalestrato. Due anni di Covid hanno moltiplicato i no vax e i terrapiattisti

Quarant’anni fa giusti, 1981, il protagonista ragazzino del film d’esordio di Emir Kusturica ripeteva come un mantra: “Ogni giorno sotto ogni riguardo progredisco sempre di più”, mutuando tecniche di autoipnosi inventate in un’altra Europa e in un altro tempo. Anno 2021, anno secondo della pandemia – e per molti italiani, quasi tre milioni, di regime sanitario – quella frase che Kusturica usava a sberleffo di un regime vero suona come un giudizio di Dio: gli italiani, ogni giorno, regrediscono sempre di più.

  

Un anno fa, il 54esimo rapporto Censis spiegava cupamente che “il sistema-Italia è una ruota quadrata che non gira”, che gli italiani si sentivano “privi di un Churchill a fare da guida nell’ora più buia”. Nel 2019 di poco meglio: eravamo solo vittime di “stress esistenziale, intimo, logorante”. Ora il nuovo rapporto Censis 2021 fa invece il ritratto di un paese lanciato verso la demenza, popolato da milioni di aspiranti Cacciari. Per il 10,9 per cento il vaccino è inutile, per il 19,9 il 5G serve a controllare le persone. Il 5,8 per cento è terrapiattista, il 10 crede allo sbarco sulla luna. “L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale”, scrive il Censis, “le aspettative soggettive tradite provocano la fuga nel pensiero magico”. C’è persino Christian Raimo, che crede che Renatino esista davvero.

  

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"