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Vergogna per Denise

Maurizio Crippa

No che non era lei, e chissà se sarebbe stata una gioia vera. Ma il modo in cui Chi l'ha visto s'è buttata su una bufala putrida, senza il minimo rispetto per il dolore di una famiglia, anzi facendone show, è pessimo. La nostra tv pubblica non dovrebbe essere come quelle di Putin

Sarebbe stata davvero una gioia, oppure ugualmente un “dispiacere”, per usare le parole dell’avvocato della famiglia, seppure un dispiacere diverso, se ieri una tv russa avesse detto che Olesya Rostov, ventenne russa in cerca di famiglia, era davvero Denise Pipitone? Chi lo sa, diciassette anni di una vita scomparsa, rapita, stracciata, sono un abisso enorme, impensabile. Non è lei, certificava ieri l’avvocato, senza nemmeno aspettare la trasmissione: era spuntata la “prova” del gruppo sanguigno. Chiusa lì, almeno fino alla prossima baracconata sconcia. Alla prossima trovata in cui a volte la nostra tv pubblica “civile e democratica” ha poco da invidiare a quelle di Putin. La storia della bambina scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo è nota. Quella dell’ultima puntata mediatica fa persino ribrezzo raccontarla. Dalla Russia rimbalza la vicenda di Olesya, Chi l’ha visto?, ci si fionda senza uno scrupolo (del resto è la trasmissione che ha inaugurato in Italia il guardonismo del controllo sociale di cui Davigo tesse le lodi) ben sapendo (sono professionisti, che diamine) che quella ragazza non era Denise. Che non valesse la pena rivangare tutto quel dolore, non gli è passato per la testa. Povera Denise.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"