Viva Zinga con la D'Urso

Maurizio Crippa

Letti i commentini banali dei furbetti di Twitter. Ma in attesa di avere un partito elitario ma di massa, il segretario del Pci (Ops… del Pd) fa benissimo a elogiare la trasmissione super pop della conduttrice super pop. Almeno lì ci sono gli elettori, e al governo ci pensa Draghi

All’inizio anche io, che pure non sono radical chic come Concita, ho pensato: ma questo ha fumato pesante. Il giorno dopo che persino Mediaset ha de-retequattrizzato Barbara D’Urso, arriva Zinga e tuitta come non ci fosse un domani, per il Pd: “@carmelitadurso in un programma che tratta argomenti molto diversi tra loro hai portato la voce della politica vicino alle persone. Ce n’è bisogno #noneladurso”. Poi ho iniziato a vedere il profluvio dei commenti, “ma davvero l’ha scritto?”, “le pupe e i secchioni”, “ho Basaglia al telefono”. A centinaia, quelli che stanno sempre sul Twitter in mancanza di meglio, i giornalisti e i libberali con due B e senza ma. E “basta avete superato la decenza”, nel giorno in cui il partito di Renzi il saudita s’intestava l’abolizione della pena di morte in Virginia. Il limite del ridicolo vale per tutti, o no? E allora è il contrario. Il segretario che aveva appena detto, lapsus magnifico, di voler rilanciare il Pci, non ha tutti i torti a elogiare una trasmissione che nel bene e persino nel male ha più contatti con gli italiani di molta politica. Tanto, al governo ci pensa Draghi. E ho rivalutato persino Rotondi: “Comunque ho capito che i due elettori su cento che votano Renzi sono tutti su Twitter”. In attesa di un grande partito elitario ma di massa, meglio la D’Urso e pure Zinga. 

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"