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E Liberaci dal presepe in Dad

L'unica consolazione di questo Natale in lockdown e con didattica a distanza sarà la mancanza dell'insulso teatrino dei Salvini e delle Meloni in "difesa" del presepe a scuola, o contro le maestre colpevoli di allestirne di multietnici. E se qualche scuola proverà a farlo online, basterà non collegarsi a Zoom

    L’unica, davvero l’unica e persino magra consolazione di questo Natale forse in lockdown, ma certamente a scuole chiuse e con didattica a distanza, è che quest’anno non avremo la virale e insulsa polemica sul presepe a scuola. Insopportabile teatrino di dementi che, nel mondo pre-Covid-19, a questa data era già eruttato da almeno un mese e mezzo. Quest’anno il santo Bambinello, con buona pace di padre Livio, ci preserverà dalle stupidaggini identitario-sovraniste di Salvini e della Meloni e di una pletora di editorialisti della mutua, pronti a denunciare che in quell’asilo d’infanzia non lo fanno più per rispetto dei musulmani, e che invece in quella media certe professoresse da ong parrocchiale hanno messo un Gesù nero e, al posto dei pastori, le foto degli sbarcati dai barconi. Quest’anno, Osanna Osanna!, niente di tutto ciò. Il dibattito, a parte l’omiletica di don Giuseppi e il suo Babbo Natale sanificato, ha virato sull’unico senso del Natale caro agli italiani: il cenone di famiglia. Certo, lo temiamo, ci saranno anche scuole che proveranno ad allestire il presepe virtuale a distanza. Ma basterà non collegarsi a Zoom, e tanto il panettone arriva col delivery.