Contro Mastro Ciliegia

Che male ha fatto la Campania per meritarsi De Luca?

Maurizio Crippa

Mentre la disastrosa gestione regionale del Covid si sfarina fra le mani del governatore, lui si dedica alla sua specialità: parlare a fiume su Facebook 

Alla fine l’ha buttata in vacca, com’è nello stile del peronista rosso, “abbiamo evitato il contagio a Ronaldo”. Mentre la sua disastrosa gestione regionale del Covid gli si sfarina fra le mani, e persino il sindaco de Magistris gli rinfaccia a brutto muso che sta dando “i numeri del lotto”. Ha parlato a fiume su Facebook, De Luca, la sua specialità. La Campania è la regione con più alti contagi, con pochi tamponi (ora se ne acquistano 10 mila, dai privati) e nonostante il governatore ripeta “it’s not true” come Mike Pence, i posti Covid in ospedale sono pochi (671, ha detto) e 100 le terapie intensive. Eppure denuncia una “campagna diffamatoria contro la Campania” e la spara grossa: se i contagi arrivano a mille al giorno sarà lockdown. Altra idea “da Pulcinella”, gli ribatte il sindaco.

 

La domandina semplice è: che ha fatto il Perón del Vesuvio in questi mesi, quando il virus al sud era arrivato poco, e c’era tempo di portarsi avanti? De Luca, allora, preferiva buttarla in cazzate di lanciafiamme e in tronfiaggini contro il nord, “in Campania abbiamo preso decisioni in anticipo di 20 giorni… Milano non si ferma, Bergamo non si ferma, Brescia non si ferma, poi si sono fermati a contare migliaia di morti, non centinaia”. E anche: “Noi non andiamo di fretta, siamo la Magna Grecia. I milanesi vanno sempre di fretta poi si dimenticano di dividere le corsie degli ospedali tra Covid e non Covid”. Lui invece governa da cinque anni e ha proprio dimenticato di farli, gli ospedali. Ma noi col coeur in man non portiamo rancore, e ci dispiace invece molto: che male hanno fatto i poveri campani, per meritarsi De Luca?

 

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"