Il sottosegretario del M5s, Vincenzo Spadafora (Foto LaPresse)

Salvini è come Epstein, e Spadafora è un brain offender

Maurizio Crippa

Il sottosegretario del M5s accusa il leader della Lega di essere peggio del mostro di New York, e lui gli fa saltare la conferenza stampa

Probabile che sia sempre colpa di Carlo Verdelli, c’è una scuola di pensiero che la vede così: colpa dei suoi titoli. Un giorno sparano che c’è il derby Salvini-Papa, come fosse una novità; ieri aprivano la prima pagina addirittura su una conferenza stampa che avrebbe dovuto svolgersi nel pomeriggio. E che invece è saltata. Per colpa loro. O meglio, per colpa di quella cima tempestosa di Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità. Con Giulia Bongiorno doveva presentare il primo censimento nazionale dei centri antiviolenza per le donne. Benissimo, per carità, ma magari non da aprirci il giornale. Solo che Spadafora, che è una vecchia pantegana del sottobosco ministeriale, ha approfittato per provare a far saltare – pure lui – il governo. E ha detto: “L’Italia vive una pericolosa deriva sessista”, e come esempio prende “gli attacchi verbali del vicepremier alla capitana Carola. L’ha definita criminale, pirata, sbruffoncella. Parole, quelle di Salvini, che hanno aperto la scia dell’odio maschilista”. Se gli diceva che è peggio di Epstein, il mostro di New York, o persino di Bellomo, il giudice che voleva le studentesse in minigonna, faceva prima. Anche perché quel che ha ottenuto è che Salvini gli ha fatto saltare la presentazione del suo censimento e gli ha risposto: "Sta al governo con un maschilista? Fossi in lui mi dimetterei”. Un genio come Epstein, che era riuscito a farsi derubricare da “predator” a “sex offender” – la differenza tra un ladruncolo e un assassino. Invece Spadafora andrebbe derubricato a “brain offender”.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"