Matteo Salvini e Marine Le Pen nel loro incontro a Roma lo scorso ottobre (Foto LaPresse)

Lezioni di logica politica: i sovranisti devono sovranare

Maurizio Crippa

Gli amici di Salvini gli hanno dato buca per la convention di Milano, e la Meloni condanna il fanatismo in Brunei ma stringe alleanze con chi brucia Harry Potter

Dunque quelli di Casaleggio sono dei truffaldi, okay. Ma non è che anche i loro cuginetti dell’antidemocrazia, una razza con diversa fazza, hanno un qualche problema di farloccheria? Prendete Salvini. Ci ha tirato ai matti con gli amici di Visegrad, poi adesso che vuole organizzare una festicciola a Milano (dài solo una birretta, vi faccio conoscere Francesca) gli hanno dato buca come a uno scappato di casa: Kaczynski, Orbán, persino quella coccolona di Marine. Per riempire il palco gli toccherà tirar fuori dal bidone pure Borghezio. O prendete Meloni – una che come essere sovrani a casa nostra, in Europa, in famiglia e pure in chiesa lo insegna a tutti – e ha pure manganellato Salvini, “i veri sovranisti siamo noi, loro sono populisti”.

 

È andata a stringere alleanza elettorale in Polonia con Diritto e Giustizia, i cui elettori sono quelli che bruciano Harry Potter in piazza; lei del resto è alleata con quelli di CasaPound che in piazza brucerebbero i rom, e fin qui non fa una piega. Però è la stessa Meloni che vuole difendere Dio, è la sua “missione” ha scritto (qualcuno sui social le ha risposto: “Dio stai sereno”), soprattutto dagli islamici. Ma il suo Dio assomiglia molto a quella del sultano del Brunei, compresa la lapidazione dei gay e degli adulteri. Comunque, ha lanciato una crociata contro le leggi barbare testé introdotte nel Brunei, tipo mozzare mani e i piedi ai ladri. Però qui in Italia, stavolta d’amore e d’accordo con Matteo, vuole la castrazione chimica. Ma non dite che ci sono delle contraddizioni nella logica, se no si offendono. È soltanto che i sovranisti devono sovranare.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"