Domenico Lucano (foto LaPresse)

Il confino è ripartito a Riace

Maurizio Crippa

Rivoltare l’ingiustizia subìta in occasioni grandi di idee e di futura libertà. Auguri a Mimmo Lucano

Mimmo Lucano, il sindaco di Riace cui il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha revocato gli arresti domiciliari, non è il Ghibellin Fuggiasco. Anche se forse così è sembrato a Roberto Saviano che gli ha prontamente inviato, come fosse un bacio, una citazione di Dante. Quello di Mimmo Lucano non è un esilio, tecnicamente gli è stato imposto un divieto di dimora, art. 283 del Codice di procedura penale. Il punto (dolente) non è tanto sottolineare, anche se meriterebbe farlo, che una tale misura è prevista solo “se per la personalità del soggetto o per le condizioni ambientali la permanenza in tali luoghi non garantisce adeguatamente le esigenze cautelari previste”: insomma è una misura che si applica solo in relazione a specifiche possibilità di inquinamento delle prove e di continuazione del reato, cose che qui non ci sono.

 

La nota dolente è che, più che a un esilio, quello imposto a Lucano somiglia a un confino. Sì, quell’ovattato, apparentemente indolore ma politicamente violento provvedimento che il fascismo (quello vero, non la caricatura attuale) applicò a tanti oppositori. E che ci sia puzza di politica lo dimostra, al solito, il ciarliero ministro dell’Interno, che non dovrebbe aver voce in capitolo ma subito ha commentato che “evidentemente Lucano non è un eroe dei tempi moderni”. E tanto basta, come al tempo delle Fascistissime Leggi, per spedire un cittadino al confino. Carlo Levi ad Eboli, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi a Ventotene, seppero rivoltare quell’ingiustizia subìta in occasioni grandi di idee e di futura libertà. Augurio che mandiamo a Mimmo Lucano, senza scomodare Dante.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"