Dolomiti, Marmolada. Foto Pixabay

La sòla delle Alpi

Maurizio Crippa

Il sovranismo fa disastri anche sulle vette

“Tutto cominciò nel 1973 quando quelli di Canazei dissero che i confini del 1778 non andavano più bene, cancellando un accordo tra la Repubblica Veneta e l’Arcivescovado di Bressanone”. Se vi sembra una versione della Secchia rapita in salsa triveneta (e sempre sia lodato Graziadio Isaia Ascoli, inventore del Triveneto) ci siete vicini. Però è più complicata, perché quelli di Canazei stanno in Trentino, e la cima della Marmolada sta lì in mezzo, tra loro e il Veneto, e la questione non è alpinistica, è una questione di sghei. E le questioni di sghei sono le uniche serie, se non venisse da sorridere al pensiero di quanti disastri possa creare il sovranismo: ognuno montanaro a casa propria. Il prode Luca Zaia, che a noi c’è pure simpatico, è salito impavido con tutto il Consiglio regionale (ma quelli del Pd no, “noi non andiamo in gita”: poi spiegategli perché non li vota più manco un malgaro delle valli) fino a quota tremila, sulla Marmolada. A rivendicare che quella cima è veneta, e si fotta pure Pertini che nel 1982 tracciò l’invalicabile confine a favore di Trento, e così del Veneto dovranno essere anche gli introiti dei nuovi impianti del turismo. Ma il sovranismo fa disastri anche sulle vette. Gli altoatesini hanno da poco presentato un disegno di legge costituzionale per portare da loro Cortina, e figurarsi adesso, se arrivano le Olimpiadi, che gli risponderà Zaia: manderà gli alpini coi muli. E già c’è tutta la provincia di Belluno che vuole traslocare a Trento, sempre roba di sghei. E niente, intanto che Salvini lavora per rimandare a casa tutti i negher, lì sulle crode si litigano per le bandiere sulle cima. E speriamo che non nevichi, che a tremila a settembre fa già un bel freddo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"