Tzvetan Todorov (foto LaPresse)

Un grazie molto occidentale a Tzvetan Todorov, parigino fantastico

Maurizio Crippa

Non smetteremo mai di ringraziarlo per averci fatto scoprire la letteratura fantastica, e il Manoscritto trovato a Saragozza con la sua rivelazione definitiva, e infinitamente moderna: “Arrivai quasi a credere”

Poi forse verso la fine ci aveva lasciati un po’ incerti, sulla decisione di credergli o meno, con la sua insistenza sul fatto che non dovremmo aver paura dei barbari, che dagli universi concentrazionari si possa anche imparare, che la democrazia  plurale non è destinata a soccombere. Mentre il mondo sembrava progressivamente suggerire il contrario. Ma era bulgaro, cioè europeo, e s’era fatto francese, cioè occidentale, senza cambiare nome né lo sguardo mite di immenso lettore. Di scienziato delle parole e delle culture, però non scientista. Ma non smetteremo mai di ringraziarlo per averci fatto scoprire la letteratura fantastica, e il Manoscritto trovato a Saragozza con la sua rivelazione definitiva, e infinitamente moderna: “Arrivai quasi a credere”. Perché il fantastico, nei libri ma non solo lì dentro, è quell’esitazione che si prova quando ci si trova di fronte a qualcosa che appare tutta lì, per quel che sembra, eppure non la spiegano le leggi naturali, e forse nemmeno il sovrannaturale. Il fantastico, imparammo, è il lasso di tempo magnifico di questa incertezza. Che siamo noi. E non è mistica né poesia, né allegoria. E può durare fino all’ultima pagina, nei casi dei libri migliori; ma è meglio ancora se dura tutta la vita, quella reale, perché non c’è niente di più occidentale di questo arrivare “quasi a credere”. Era nato nel 1939 ed era malato da tempo. E’ morto ieri a Parigi. Arrivederci.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"