Luciano Spalletti (foto LaPresse)

Quelle bastonate di Spalletti sulle corna dei cronisti sportivi

Maurizio Crippa

Era dai tempi di Mourinho che non si assisteva a legnate simili. Ma prima o poi tireranno anche a lui un trancio di pizza in faccia 

Prima o poi gli tireranno un trancio di pizza in faccia, come capitò a Sir Alex, al ministro della difesa: l’invitto (per ora, ma lui non è scaramantico e gli piace far rosicare gli altri) Lucianone Spalletti. Qualcuno gliela tirerà, una margherita con le acciughe, e non saranno i tifosi avversari: saranno i giornalisti. Perché, seppure lo spettacolo in campo latita (punto di platino a Torino, ha detto, ma potevamo fare molto meglio), i fuochi artificiali della comunicazione Spalletti li sa accendere. E vedrete che non sarà il suo minor merito, alla fine. Gli chiedono sempre: perché non gioca questo… perché non metti quello? E lui, sardonico, in conferenza stampa: “Se vuoi sapere chi gioca contro il Pordenone te lo dico. Cancelo? Gioca. Karamoh? Gioca”. Ma poi, bang bang: “Tu devi essere uno bravo al Fantacalcio. Sta storia del Fantacalcio va raccontata prima o dopo: che i giornalisti lo fanno e danno i voti più alti a chi hanno in squadra. Non è che la gente si può tenere all’oscuro di questa qualità della stampa”. Eccoli serviti. Al ministro della difesa piace “il rumore dei nemici”.

 

Bravi ragazzi! Grande prova e...... fogne vuote anche questa settimana! #senzatregua⚽️⚽️⚽️

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Ed era dai tempi di Mou, della “prostituzione intellettuale”, che nessuno osava bastonarli sulle corna, i cronisti sportivi. Il rumore dei nemici, e la difesa del suo esercito. Sempre di comunicazione aggressiva su tratta: “Vedo molti dispiaciuti per questa prima sconfitta che tarda ad arrivare – ha scritto si Instagram, lui è un uomo dei social – come se pensassero che sia un incantesimo da spezzare per far tornare nuovamente il cigno un brutto anatroccolo… Sappiamo, però, che per adesso la fiaba è un’altra: è quella in cui sono i gufi a diventare colombe”. E le fogne sono ancora vuote, per una settimana.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"