I denti di Allegri contro gli occhi di Spalletti e l'incubo Skriniar

Alessandro Bonan

Nella sfida tra i due tecnici la legge del più forte, per una volta nella notte della savana, non ha visto vincitori

Denti contro occhi

 

Ha pensato di azzannare ma l’altro, attento, non si è fatto nemmeno assaggiare. I denti di Allegri contro gli occhi di Spalletti. Aggressivo uno, concentrato l’altro. Mentre Juve e Inter se la giocavano sul campo i due allenatori si affrontavano nella savana. Leone contro coccodrillo, ghepardo contro serpente. Non si sono mai presi, mai guardati, mai odiati. Si sono rispettati, o hanno avuto paura. Nessuno lo sa. La legge del più forte, per una volta nella notte della savana, non ha visto vincitori.

 

 

L’incubo Skriniar

 

E’ come un incubo. Provi e riprovi a fare una cosa, la stessa identica azione per cinque, dieci, cento volte, e questa cosa non ti riesce mai. Per gli avversari Skriniar sta diventando un incubo. Non c’è uomo che lo superi, di testa, di piede, di qualsiasi altra parte del corpo. Uno ci mette tutto la dedizione possibile, anticipa, salta, sterza, cambia, sprinta, finta. Ma nessuna di queste operazioni riesce, perché Skriniar ti ferma, implacabile. E allora tu ricominci, con ancora più impegno. Fino a quando ti svegli, sudato. E’ stato l’ennesimo incubo.

 

 

L’abete Farias

 

E’ il simbolo più ricorrente di questi tempi natalizi. Ce l’abbiamo in casa, artificiale oppure autentico, con il suo profumo di bosco. Si può persino decidere di metterlo in terrazza o in giardino quando è possibile. Lo si addobba in molti modi, chi sceglie tante luci, chi invece opta per una soluzione più sobria, puntando tutto sui fili dorati. Stiamo parlando dell’abete, l’avrete capito. A Cagliari, un abete chiamato Farias, si trovava inspiegabilmente piantato davanti all’area di rigore della Sampdoria. Lo hanno visto tutti, tranne il povero portiere.

 

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