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Il 2020 era solo un prequel: su Netflix arriva "Death to 2021"

Mariarosa Mancuso

Ecco il seguito dello speciale immaginato da Charlie Brooker e Annabel Jones (ricordate "Black Mirror"?) come parodia dei programmi di fine anno. Professori che sbraitano, perfetti esemplari di "Karen" e commentatrici liberal a dire la loro sui vaccini, l'assalto a Capitol Hill e la fine del mondo

Sembrava “una volta e poi basta”, il finto documentario su Netflix intitolato “Death to 2020”. L’annus horribilis doveva essere uno, poi tutto sarebbe tornato come prima. Certo, come prima: non era tanto male affollarsi allegramente in dieci attorno a un tavolo da sei, o zittire il vicino che al cinema commentava il film come se si trovasse sul divano di casa: il contagio non ci ha resi migliori, riprendiamoci almeno le vecchie abitudini. E invece no. E’ arrivato il 2021, l’unico spiraglio lasciato libero dal Covid è stato occupato dalle preoccupazioni per il clima. E lo speciale immaginato da Charlie Brooker e Annabel Jones (ricordate la serie “Black Mirror”?) come parodia dei programmi di fine anno torna con una nuova puntata: “Death to 2021”, sempre su Netflix.

Il finto documentario (immagini di repertorio, interviste, qualche sketch) interroga di nuovo il professor Hugh Grant, storico chiamato a commentare il presente. Per cominciare sbraita: non dirà prima di cominciare i suoi pronomi preferiti, tiene ai titoli accademici ma non partecipa al chiacchiericcio woke. Più tardi vedremo, sulla falsariga dell’omaggio che gli Oscar riservano ogni anno ai defunti, i “cancellati dell’anno”: Dumbo l’elefantino sta con J. K. Rowling.

“Il 2020 era solo un prequel”, considerato quel che è successo dopo, per esempio bisonte travestito da uomo che stava tra gli assalitori di Capitol Hill. Le notizie vengono commentate da “sono una mamma, sono americana”, casalinga con le armi a cui mancano solo la tinta bionda e qualche anno in più per diventare un perfetto esemplare di “Karen”. Da una anchorwoman che dice le cose più terribili, aggiungendo sempre: “Solo per sapere” (“coincidenza?”, dicono i nostri complottisti assortiti, al momento va forte la sezione “No vax”). “Cosa sono queste varianti che importiamo dall’estero”, sbraita: “Make american germs again!”. Non risponde sui vaccini, mentre la mamma fieramente si dichiara “doppiamente non vaccinata”. 

Dall’altra parte della barricata, la commentatrice liberal, al bancone del bar con un gin tonic e un giornale di carta. E una “cittadina britannica media”, preoccupata perché “ogni volta che vedo un documentario mangio una cosa in meno”. Riferimento al documentario “My Octopus Teacher”, vincitore di Oscar. Bella battuta, azzoppata dal fatto che abbiamo sentito la frase tutta l’estate, quando a tavola arrivava l’antipasto di mare.

“Gentrification of space” è la corsa dei milionari a farsi un giretto nello spazio. Le bizze del clima sono considerate attacchi terroristici, mentre a primavera erano sbocciate le campagne vaccinali. Alla vigilia del nuovo anno, ci siamo annotati la frase “certa gente non sa dare spiegazioni coerenti né incoerenti del suo comportamento”. Auguri.

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