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Troppi film tra cui scegliere a Cannes

Mariarosa Mancuso

La data fissata per l’apertura del Festival è il 6 luglio

Troppi film tra cui scegliere. Ecco perché la conferenza stampa con il programma del festival di Cannes slitta di una settimana: la nuova data sarà il 3 giugno. E noi qui, sempre con le dita incrociate, a sperare che la situazione sanitaria non peggiori. La data fissata per l’apertura è il 6 luglio. Se tutto andrà per il meglio, gli accreditati si mischieranno ai turisti, situazione finora inedita: i festival si fanno (anche) per riempire gli alberghi in bassa stagione.

 

Film d’apertura già annunciato, sarà il musical “Annette”, con Adam Driver e Marion Cotillard. Presidente della giuria Spike Lee, ereditato dall’edizione che non ci fu (è la prima volta che un nero assegnerà la Palma d’oro, sarebbe stato seccante rinunciare alla medaglietta). Altri film papabili, “Flag Day” diretto da Sean Penn, che ha messo la famiglia al lavoro, la figlia Dylan e il figlio Hopper (andrà meglio dell’ultima volta, quando aveva lavorato con Charlize Theron, prima della separazione: durante la conferenza stampa dell’imbarazzante “Il tuo ultimo sguardo” non si rivolsero la parola).

 

Dovrebbero essere tra gli eletti il prossimo film di Jacques Audiard, “Paris, 13th District”; Asghar Farhadi con “A Hero” (titolo internazionale, il regista è tornato a girare in farsi), l’ormai leggendario “Tre piani” di Nanni Moretti: il film era già pronto per il festival che non si fece, e saltò invece la Mostra di Venezia che si fece (data di uscita italiana, il 23 settembre). Quota rosa, fuori concorso per via della produzione Netflix, Jane Campion con “Il potere del cane”, tratto da un romanzo di Don Winslow. Anche dal Lido arrivano oggi le prime anticipazioni.

 

 

Dovrebbe aprire – ma ancora manca la conferma ufficiale – “Dune” di Denis Villeneuve, con Timothée Chalamet e Zendaya. Nuovo inizio, con un budget da 165 milioni di dollari, per una storia già portata sullo schermo nel 1984 da David Lynch – noi, che non andiamo pazzi per la fantascienza di Frank Herbert, né per il Lynch estremo e farraginoso, ricordiamo soltanto enormi vermi sotto la sabbia del deserto. In ogni caso, dovrebbe andar meglio.

 

Presidente della giuria il coreano Bong Jong-ho, Roberto Benigni premio alla carriera, vedremo probabilmente anche “La mano di Dio”, il film di Paolo Sorrentino su Maradona (prodotto da Netflix, ma Alberto Barbera non condivide le preclusioni del collega Thierry Frémaux). Quasi sicuro “Freaks Out” di Gabriele Mainetti (anche questo ha una data d’uscita italiana, il 28 ottobre). E le “Illusioni perdute”, che Xavier Giannoli ha tratto da Honoré de Balzac, con Xavier Dolan e Cécile de France – se riesce bene sarà un trionfo, con un protagonista che arriva a Parigi dalla provincia per cercare la sua fortuna letteraria. Oggi sarebbe rimasto nella natìa Angoulême, a scrivere un tweet dopo l’altro per sfottere gli scrittori di città.

 

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