In israele
"Morte ai cristiani", nuovo bersaglio dell'estremismo ebraico a Gerusalemme
Attacchi in aumento, anche nelle chiese. A denunciarlo è la Custodia di Terra Santa, che fa appello direttamente alle forze di sicurezza e al governo di Netanyahu affinché agiscano “con decisione per garantire la sicurezza per tutte le comunità"
Aumentano di settimana in settimana gli attacchi condotti in Israele contro i cristiani. A denunciarlo è la Custodia di Terra Santa, con un comunicato stampa firmato dal custode, fra Francesco Patton, e dal segretario, fra Alberto Joan Pari, in cui si fa appello direttamente alle forze di sicurezza e al governo guidato da Benjamin Netanyahu affinché agiscano “con decisione per garantire la sicurezza per tutte le comunità, per garantire la tutela delle minoranze religiose e per sradicare il fanatismo religioso, questi gravi fenomeni di intolleranza, questi crimini d’odio e gli atti di vandalismo diretti contro i cristiani”.
L’ultimo episodio risale a giovedì: alle 8.30, “un estremista ebreo” è entrato nella chiesa della flagellazione, nella Città vecchia di Gerusalemme, e ha abbattuto la statua del Cristo, deturpandone il volto. L’uomo, prima bloccato dal portinaio della chiesa, è stato arrestato dalla polizia. Caso isolato? Non sembra, perché è il quinto episodio nelle ultime settimane. Pochi giorni fa, documenta sempre la Custodia di Terra Santa, alcuni turisti sono stati attaccati da un gruppo di ebrei religiosi entrati a Porta Nuova, i quali hanno compiuto atti vandalici in New Gate, scagliando sedie, tavoli e bicchieri e trasformando il quartiere cristiano in un campo di battaglia.
Due settimane fa, era stato vandalizzato un cimitero cristiano. Lo scorso 11 gennaio, sui muri di un monastero nel quartiere armeno sono apparse scritte quali “Morte ai cristiani”. Vandalizzati i locali adibiti a chiesa nel centro maronita di Ma’alot. Il 26 gennaio, quaranta coloni ebrei hanno compiuto un raid contro un ristorante armeno vicino alla Porta Nuova, urlando cori blasfemi. Gli attacchi sono anche individuali: nelle strade del quartiere armeno, diverse persone sono state prese di mira con sputi. Il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, si è recato nei giorni scorsi sul posto, portando la solidarietà sua e della Chiesa che guida.
Il problema, segnalano i francescani, è questa “sequenza crescente di gravi atti di odio e di violenza” e “non è un caso che la legittimazione della discriminazione e della violenza nell’opinione pubblica e nell’attuale scenario politico israeliano si traduca poi anche in atti di odio e di violenza contro la comunità cristiana”. Sembra che il precipitare degli eventi in merito ai rapporti tra la comunità cristiana e l’ebraismo ortodosso – rapporti mai stati facili – sia legato allo spostamento a destra del governo israeliano, con l’ingresso nell’esecutivo di formazioni religiose e nazionaliste che mai prima d’ora avevano avuto accesso al cuore del potere.