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Le differenze tra le politiche di Minniti e Salvini sui migranti

Massimo Bordin

Non c'è continuità tra i due ministri dell'Interno. Gli errori commessi da Fiano e Librandi nel criticare Salvini che si è attribuiti i meriti della diminuzione degli sbarchi

Due deputati del Pd, Emanuele Fiano e Gianfranco Librandi, sono intervenuti ieri con due dichiarazioni critiche nei confronti del ministro dell’Interno che attribuisce al suo operato il calo degli sbarchi di migranti. I due deputati, uno dei quali, Librandi, conia per l’occasione il neologismo “migrantomane”, sostengono che Salvini racconta balle. La contrazione degli sbarchi, secondo i grafici dello stesso ministero, si realizza ben prima dell’arrivo di Salvini al Viminale ed è chiaramente dovuta all’operato del ministro Minniti. Alle stesse conclusioni era arrivato un Fact-checking della Agenzia Italia del giorno prima, a proposito di un’intervista del presidente Conte che affermava grosso modo lo stesso concetto di Salvini.

 

C’è però un problema politico che paradossalmente coglie meglio il prefetto Mario Morcone, ora in pensione e responsabile di una onlus, dei due parlamentari: la continuità nelle politiche dei due ministri in realtà non c’è. Salvini, spiega Morcone a Repubblica, ha fermato le ong, Minniti aveva dato a esse delle regole. Salvini mette in difficoltà anche le navi italiane e apre vertenze inutili con vari paesi europei. Minniti aveva avuto cura di bilanciare il potenziamento della guardia costiera libica facilitando interventi e controlli dell’Unhcr in Libia ed era riuscito ad attivare per la prima volta canali umanitari, e legali, fra Tripoli e Roma che oggi sono interrotti. C’è voluto un prefetto per segnalare le differenze politiche. Si vede che al Pd sono timidi.

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